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Il 27, 28 e 29 luglio 2015 Andonis Foniadakis presenterà “Priority” al Festival di Atene, Grecia.

Al Festival di Ravenna, il mese scorso (30 giugno) lo si è ammirato nella coreografia “Antitesi”, commissionata dalla direzione artistica dell’Aterballetto.

Nel panorama delle coreografie d’autore è interessante accostarsi al lavoro di questo danzatore e coreografo e al lavoro della Compagnia / Apotosoma da lui fondata, pur continuando a creare brani commissionati dalle più celebri Compagnie Internazionali.

La contemporaneità della sua danza nasce dalla gestione di tre aspetti fondamentali: le risorse del movimento, il concetto a monte e le musiche.

Nel primo brano citato, Antitesi, è proprio la musica a calarci nel contesto contemporaneo in una scelta che io amo molto, quella dell’accostamento fra elementi  che si attraggono e-o si respingono nell’unità temporale: barocco e contemporaneo sullo stesso piano, perché “i ballerini vi si immergano in una dimensione orizzontale o fluttuino nelle prese aeree di quella verticale”. Spiega più o meno con queste parole la sua stessa danza, Andonis Foniadakis. E come non seguirlo in questo libero interpretare il gioco della contrapposizione, come vuole letteralmente il titolo?

Qual è invece la priorità nell’Assolo creato e danzato da lui?

Nell’essenzialità del movimento cerca la propria identità. Una dimensione completamente interiore, che ha a che vedere con la proiezione di sé verso se stesso.

Su musica di J. Tarride e D. Grivas, nell’effetto delle luci creato da Sakis Birbilis, Foniadakis individua un asse reale (come una figura geometrica, per intendersi: un piano che idealmente definisce lo spazio dove l’asse di simmetria è il perno intorno cui lui ruota) così da creare quel movimento continuo, perchè non si ferma, ma che è spezzato dalle sovrapposizioni di se stesso.

Questo lo porta a sprofondare nell’Io che ripercorre scelte passioni ieri come oggi, e quindi a consegnare al pubblico anche l’aspetto simbolico della coreografia.

Bella musica, bello studio dei movimenti del corpo che le luci trasformano in psichedeliche visioni.

Talento greco, dell’isola di Creta, sembra averne incorporato il suo fascino arcano. Egli ha studiato e lavorato a livello mondiale in molte celebri compagnie; ha trovato davvero il suo essere e affinato una tecnica personale, che mi piace moltissimo. Da scoprire in quei movimenti di rotazione, di scambi e di slanci, non eccessivi, che gestiscono il corpo nella sua interezza a contatto del pavimento e nelle ‘prese’ fra i danzatori e poi nella gestualità che invece disarticola le parti del corpo, ‘facendole lavorare’, soprattutto le braccia, il tronco e il capo mentre le gambe conducono lo spostamento ora ampio, ora minimo, persino sul posto.

C’è una coerenza geniale o una genialità coerente nelle sue coreografie (Parenthesis, Horizons… per citarne due che apprezzo particolarmente); prive di pirouette o grandi salti, il movimento del corpo sembra nascere da quello di ogni sua singola parte: lo slancio di una gamba, il reclinarsi del busto o del capo, quel ‘buttare’ le braccia nell’aria, in un tutt’uno e meticoloso uso dello spazio.

Antitesi è un lavoro d’insieme, coinvolgente, che prende vita nella musica; l’Assolo invece deve catturare il pubblico e impedire che gli occhi di chi guarda si stacchino dalla visione stessa.

https://youtu.be/CPlTCTxbdI0  (Antitesi)

https://youtu.be/2xUwjIldQOE (Priority)

Stefania Sanlorenzo

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