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Shen Wei e il senso della danza calligrafica: il movimento pittorico e il movimento danzato


Shen Wei Dance Arts

Excerpts from Connect Transfer and Collective Measures (prima europea)
Untitled No. 12 – 2 (prima assoluta, 2015/2016)

Colgo lo spunto dal recente spettacolo al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, risalente a sabato 16 gennaio 2016, con l’inaugurazione dopo un anno di restauri, per presentarvi ‘il senso calligrafico’ della danza del coreografo, regista, pittore e calligrafo; ma anche costumista e light designer, il multiforme artista cinese Shen Wei.

Vi mostro alcuni video, di cui uno di un lavoro recente (2015-2016), nelle peculiarità stilistiche e nel confronto con l’intramontabile padre della post modern dance Merce Cunningham.

https://youtu.be/8PP53ilQJ9c (Memorial Events, M. Cunnigham)   

https://youtu.be/VtI08ZY_9fI (Memorial Events, M. Cunningham 2009)

https://youtu.be/fLQZFX8SEiY (Shen Wei Dance Arts)

https://youtu.be/UW46mUXu1Cs (Connect Transfer II, Shen Wei)

Il calligrafismo in arte può essere inteso come la minuziosità di una ricerca estetica e formale, nella quale il linguaggio (perciò la comunicazione al pubblico) diviene elusivo. Il che comporta un senso di vaghezza nell’espressione corporea, mentre l’idea creativa di Shen Wei tende poi alla connessione fra le parti del corpo nella sperimentazione del movimento, fino alla commistione con forme espressive diverse che vengono “estratte” dalla danza stessa. In particolar modo ciò avviene con la pittura. “Untitled n°12-2” è il dodicesimo quadro: infatti 11 dipinti astratti vengono proiettati sul fondale (Black, White, Grey: sono i dipinti di Shen Wei– si riferiscono al precedente lavoro presso il Miami Dade College Museum of Art & Design, davanti ai quali i ballerini si erano esibiti – “Untitled n° 12-1”), mentre i ballerini creano con la danza il dodicesimo quadro, come se la connessione delle parti del corpo potesse produrre un movimento che generi pittura.

La cosa particolare è che questa coreografia ha un richiamo visivo con una di Merce Cunningham, rivista per il “Memorial Events”. Nel caso di Untitled 1 e 2 si tratta però di un lavoro ‘site specific’).

Gli altri due brani sono estratti di lavori in cui questo “transferimento” dal corpo al segno pittorico (in questo caso è proprio il segno grafico), diventa reale davanti agli spettatori: il palcoscenico è una tela bianca e con guanti intinti d’inchiostro i danzatori in nero disegnano circoli, mulinelli, arabeschi così simili a quelli di Trisha Brown. Il corpo stesso poi, impregnato di colore, è lo slancio creativo della pennellata sulla tela, ma con il presupposto che la pittura sia in se stessa movimento.

Il gioco dei colori esprime anche l’interazione e la sua negazione fra i corpi nello spazio; nel secondo estratto (2013) i colori che diventano tinta su corpo, contrastano con la proiezione di video (i volti) che sdoppiano i ballerini, il loro essere o esserci nella collettività.

Non sono linguaggi artistici comuni e rappresentano un senso di assoluto rinnovamento e ricerca stilistico-espressiva.

Stefania Sanlorenzo

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