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Quando il Maestro Joseph Fontano ci ha parlato per la prima volta di questo giovanissimo assistente e co-coreografo non pensavamo di trovarci davanti ad un curriculum come quello di Amedeo Iagulli (CV che potete trovare su iodanzo). Tra i tantissimi riconoscimenti che Amedeo ha ottenuto ricordiamo il più recente: l’Excellent Dance Grand Prix di Arenzano in Danza per la danza contemporanea, premio importantissimo in quanto assegnato ai migliori ballerini di tutta Europa provenienti dai migliori enti lirici e Accademie.

Amedeo, come è stato il passaggio da ballerino a coreografo?
Ho iniziato a coreografare perché sono stato messo nella posizione tale da dove preparare spettacoli per le scuole in cui lavoravo e insegnavo. Piaceva il mio stile, piacevano le mie lezioni e così mi è stato chiesto di preparare coreografie per il saggio annuale quindi ho iniziato a montare coreografie sia secondo appunto il mio gusto e il mio stile ma anche su commissione con musiche scelte dai responsabili delle scuole, soprattutto scuole private.
In maniera ancora più professionale invece, con il Balletto di Sardegna ho iniziato lavorando su  coreografie del maestro Joseph Fontano, di cui sono assistente, e poi ho iniziato ad avere più spazio grazie alla sua scelta di mettermi alla prova.
Io coreografo da quanto ho 20 anni ma la produzione più grande è stata quella di quest’anno, creata insieme al Maestro Fontano, la vera messa in scena dei miei lavori; la produzione è quella di Dream Boat che sta avendo molto successo ed è molto apprezzato sia per la scelta musicale che per lo stile coreografico che poi è un misto tra quello mio e quello del maestro Fontano, che è il padre della danza contemporanea in Italia. Tra l’altro in questo spettacolo debutto anche come cantante! È stato Joseph infatti ad aver scoperto questa mia dote e ad aver avuto l’idea di questo musical in danza contemporanea.

(Lo spettacolo Dream Boat sarà in scena, dopo il debutto a Selargius – Cagliari -, a Durazzo in Albania e il 15 aprile alle 21 a Salerno presso l’Auditorium Centro Sociale)

Ti senti meglio nelle vesti di ballerino o di coreografo?
Da un certo punto di vista come coreografo perché creo quello che è nella mia testa e nel mio animo, quindi metto in scena la mia realtà che nessuno conosce. Come ballerino invece esprimi quello che hai dentro ma sull’idea di altre persone quindi lo trovo limitante.

Hai creato coreografie per il teatro, per la televisione e per videoclip musicali, in quale di questi mondi ti sei trovato più a tuo agio?
Sicuramente in teatro! Credo che i ballerini nascano in teatro, per il teatro e vogliano rimanere lì perché l’odore delle tavole, del sipario e il calore del pubblico non lo trovi in altre situazioni. La danza vera per quanto mi riguarda si fa in teatro e preferisco mille volte il calore del pubblico alla lucina della registrazione che si accende perché dalla reazione del pubblico puoi capire come sta andando lo spettacolo e molto altro… quando varchi la storia della quinta e ti trovi sul palco puoi essere chi vuoi tu.

Come ti trovi invece nel ruolo di docente?
Molto bene! Conta che nasco come ballerino di modern jazz poi entrando in Accademia Nazionale mi sono specializzato sia in contemporanea che in classico. Ho fatto persino più esami di quelli che dovevo fare.
Mi trovo bene come insegnante perché l’esperienza che ho avuto nelle scuole private mi ha permesso di sviluppare una mia metodologia, un mio modo di insegnare, che sia soprattutto funzionale su allievi che lavorano una/due volte alla settimana, quindi con questa poca frequenza io devo sviluppare una metodologia che mi faccia ottenere da loro la qualità di cui ho bisogno.
Non sono arrivato all’insegnamento pensandoci troppo ma anche perché economicamente poteva aiutarmi, ma da allora la passione è cresciuta tantissimo e ora insegno moderno, contemporaneo e classico ma senza smettere mai di fare ricerca per me stesso e per i miei alunni. Non basta l’esperienza, non basta la formazione, bisogna sempre essere curiosi e cercare.
Mi piace anche a livello fisico-anatomico aiutare gli allievi a correggere problemi posturali e renderli ciò che loro non credono di poter diventare. Per me ad esempio è fondamentale che l’insegnante abbia la conoscenza del corpo umano; in Italia tutti possono insegnare ma se lo fanno e bene che abbiano una conoscenza importante del corpo umano perché ti trovi in mano corpi di ragazzi giovani. Da qualche tempo sono anche personal trainer per quanto riguarda il pilates quindi introduco spesso questa materia nelle mie lezioni, nel riscaldamento.
Solo una cosa mi spiace riscontrare nei ragazzi e nelle elezioni che frequento ed è la pigrizia. A mio parere i cellulari, i social network ecc fanno sì che il bambino non sia più stimolato a praticare uno sport, ad uscire di casa per andare al parco e i genitori giovani (i miei coetanei) non portano più i figli in piscina, in palestra, a danza che nella fattispecie non è solo sport ma è arte, è cultura, è storia della danza, è anatomia. Questo lo si riscontra anche a lezione: i ragazzi non stanno più ore su un passo che non viene ma si stufano subito.

Amedeo non si stufa di certo e segue tantissimi progetti contemporaneamente. Presto su iodanzo.com vi presenteremo il progetto La Potenza della Danza, che già potete trovare tra i nostri tag.

 

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