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Il balletto “Il Lago dei Cigni” suggerisce suggestioni fantastiche e romantiche che attraverso i secoli permangono nelle ambiguità o nelle traslazioni di letture tradizionali e innovative, che probabilmente finiscono per influenzarsi a vicenda.
Con il coreografo inglese Christopher Wheeldon il tocco è magistrale (in Prima Italiana a Roma fino al 5 novembre 2016).
Tutto pare ciò che deve essere, quel balletto del repertorio di fine ottocento (1877) nella notazione di Petipa-Ivanov, su musica di Cjaikovskij; eppure in questa versione la scelta è originalissima: due piani paralleli si innestano con acuta visione scenografica e costumistica, senza trascendere dai secoli. L’immaginifico quanto realistico mondo del ‘dietro le quinte’ di Degas entra in scena. Il reale del lavoro dei danzatori, seppur rivisitato in arte pittorica, diventa la chiave di lettura del fantastico mondo del “Lago”, che è il sogno del principe, la trasposizione che svanisce.
Ebbene da questo lago (2004), in scena al Teatro dell’Opera di Roma, in questa evanescenza sensuale che entra ed esce da un quadro di Degas, emerge una stella vera: la prima ballerina Alessandra Amato, è nominata ETOILE dal Sovrintendente, Carlos Fuortes, e dalla Direttrice Artistica, Eleonora Abbagnato, la sera del 15 ottobre 2016 al termine della rappresentazione.

A lei le più vive congratulazioni.

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