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di Massimiliano Craus

William Shakespeare non finisce mai di stupire, neanche a distanza di quattrocento anni dalla sua morte. A sentire il coreografo e regista Domenico Iannone, in scena con “La Tempesta” il prossimo 18 gennaio 2017 al Teatro Abeliano di Bari, “non ci si stanca mai di leggere e rileggere le pagine del Bardo, tanto da passarci un’intera estate a scegliere dall’immenso repertorio che ci ha lasciato a disposizione. Tutto sommato le sue opere scandagliano in lungo ed in largo l’intero scorrere umano ed io ho voluto scegliere i giochi di potere per un intreccio davvero intrigante. Ed in scena sono convinto che questi intrighi possano calamitare l’attenzione del pubblico sul testo, sulle inedite musiche e naturalmente sulle mie coreografie contemporanee”. Del resto in questo lungo 2016 abbiamo assistito alle più disparate manipolazioni del testo shakespeariano, dal repertorio classico al contemporaneo di tutte le latitudini e longitudini del pianeta. Fino alla prossima rivisitazione di un titolo poco tradotto in coreografia, ovvero “La Tempesta” immaginata e prodotta da Domenico Iannone per la sua compagine “AltraDanza”, in apertura della stagione di danza del Teatro Abeliano di Bari e del calendario DAB17 del Teatro Pubblico Pugliese il 18 ed il 19 gennaio.  Eh sì, non sono mancate di certo le occasioni per rappresentare le migliori pagine del repertorio del Bardo eppure Domenico Iannone ha riletto un’estate intera l’opera del drammaturgo fino a scoprirne una potenziale bomba ad orologiera artistica e culturale! “Avevo tanta voglia di rappresentare William Shakespeare – ci spiega il coreografo – però non volevo essere banale né ripetere per l’ennesima volta lavori già visti ovunque. Ho letto e riletto le sue opere fino ad entrare nei meandri de “La Tempesta” e sceglierla per la mia nuova produzione. Poi nel work in progress ho lavorato a braccetto con Grazia Bonasia per le musiche e siamo entrati in contatto con l’associazione “Arta”, impegnata nella valorizzazione museale del territorio, “Il Mondo della Luna” diretto sempre da Grazia Bonasia, specializzato nella ricerca ed esecuzione della musica dei compositori pugliesi dal XV secolo, e l’Archivio di Stato di Bari diretto da Antonella Pompilio così da corredare la mia coreografia di connotati storici, artistici e culturali di grande impatto. Da qui abbiamo concepito una “Tempesta” con ampi spiragli della mia città di Bari e del suo borgo antico e la bomba davvero può esplodere all’Abeliano”. Da qui l’idea è divenuta ben presto coreografia, con debutto previsto nelle rassicuranti mura proprio del Teatro Abeliano di Bari e della rassegna “Esplorare_generazione contemporanea”, con cinque danzatori in scena tra cui il primo ballerino Orazio Caiti nel ruolo di Prospero, il vero manipolatore delle vicende narrate dal Bardo. La coreografia contemporanea di Domenico Iannone diviene così rilettura del controllo e del dominio del Duca di Milano Ludovico il Moro, sull’allontanamento della duchessa di Bari Isabella d’Aragona, moglie dell’usurpato titolo del vero duca Gian Galeazzo Maria Sforza, affinché il figlio di questi non reclamasse di diritto il titolo di erede legittimo al ducato. E come se non bastasse un canovaccio così di ricerca, il  coreografo ha affidato i costumi a Michele Napoletano, attore a costumista di teatro, intento a raccontarci e concedersi un’ampia visone estetica e quasi modaiola dei protagonisti de “La Tempesta”, “identificando in Ariel e Calibano le ambigue bipolari strutture umani del Demonio/Demone, Vittima/Carnefice, Preda/Predatore, come da sempre accomuna l’intero sistema sociale. Proprio come il nobile Ferdinando, un giovane nobiluomo di gonfio potere genitoriale, pomposo, prorompente. Non ho potuto né voluto trascurare, nel profilo umano delle figure, l’eleganza manieristica e drammatica dell’opera”. Un lavoro a più mani, dunque, impreziosito dalla drammaturgia di Cinzia Mela e la consulenza del lighting designer Fabio Rossi per una decina di elementi impegnati tra danza e musica abili a rileggere a più voci le pagine de “La Tempesta”. Ma chi sono i protagonisti di questo lavoraccio? “I miei protagonisti sono il Prospero di Orazio Caiti – chiude Domenico Iannone – la Miranda di Claudia Gesmundo, Calibano con Enrica Mongelli, Ferdinando con Donato Barile e l’Ariel di Vera Sticchi, con il soprano Vittoria Didonna, il primo violino Domenico Masiello, il secondo violino Eliana De Candia, la viola di Vincenzo Longo ed il violoncello di Vincenzo Longo, un gruppo di lavoro straordinario a cui mi sono davvero affezionato per l’arduo compito comune di aver riprodotto un William Shakespeare più nostro”.

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