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Di ufficiale posso semplicemente dichiarare che siamo fuse. Questo anno è stato pesante, anche bello, ma assolutamente non facile sotto mille punti di vista. Questa settimana avevamo voglia di scrivere qualcosa di stupido anzi, sottolineare il lato scemo e mieloso del balletto. Sì! Perché, se da una parte la tarda primavera e l’odore di tigli ti spinge a un romantico languore sentimentale, dall’altra viene naturale considerare e criticare le figure maschili che ti propongono le sceneggiature dei balletti classici.
Ovviamente anche quelle femminili, ma i balletti erano creati per le dive dell’epoca, i personaggi fiabeschi trovavano incarnazione in queste donne che diventavano le illustrazioni viventi di un libro, uscendone intonse; mi spiego: Chi avrebbe potuto dare della sciocchina ad Aurora, quando si punge con un fuso offerto da una vecchina che si vede già da lontano essere una brutta stregaccia? E poi la principessina indossa un tutù talmente corto, dal quale spuntano addirittura le ginocchia!!! Nessuno avrebbe osato mai; anzi. Amante dello zar subito! I principi e gli eroi in queste trame, invece, sono figure necessarie ma francamente piuttosto scialbe. S’intortano, soffrono, giurano, mentono, muoiono, ma poi manco quello…
UN VERO DISASTRO.
Abbiamo chiesto a voi su Fb di considerare quale storia d’amore sentiate come la più farlocca fra le tante della danza e ne è sortita una piccola classifica e alcuni premi secondari ma comunque importanti.
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IL CORSARO: la trama è tratta da un romanzo di Lord Byron, non esattamente l’ultimo fesso, ma non c’è niente da fare: la calzamaglia e il turbante non aiutano. Medora è una donna greca bellissima che per questa disgrazia estetica viene rapita almeno due volte, quindi è d’obbligo salvarla. Il povero corsaro Conrad ci prova, forte forte, ma non ce la fa da solo ed è costretto a chiede al suo schiavo Alì di aiutarlo a salvare la sua fidanzata da questa pratica riprovevole, ma molto in voga nei mari del Sud-Est, che è la schiavitù. Già che c’è, fa danzare ad Alì anche il gran passo a due senza versare mezzo contributo pensionistico in più! I vertici sindacali piangono.
Raymonda: Beh, qui ce lo dice Julien, un mio amico parigino. Concordo e sottoscrivo anche se il linguaggio risulta colorito, il succo della cosa è quello. Vi riassumo con garbo urbano sostituendo i termini più folk con quelli da doposcuola elementare. “Raymonda! Una cretina con la puzza sotto il naso che deve sposare quello noioso, poi si fa rapire dal cattivo che però è caz… ehm coraggiosissimo, dal quale si farebbe ehm impalmare, ma vince quello noioso e lei si avvia verso una vita coniugale triste e sicuramente meno appagante.” Ve l’ho detto bene. Da questa infelicità globale una bella variazione gioiosa nell’ultimo atto dovrebbe riequilibrare gli stati d’animo; ma a noi due, anzi, noi tre con Julien, vien da piangere.
“Anche perché, Marghe, io adoro tecnicamente Raymonda. A livello coreografico e per la difficoltà delle variazioni”, mi dice la Stef.

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La nostra piccola classifica però vede in cima alla lista: COPPELIA.
APPLAUSI.
Cominciamo col dire che la protagonista si chiama Swanilda, se aggiungo il nome di lui, Franz, ho già voglia di una birra e un waffle con senape, prosciutto e banana.
Franz si innamora di una bambola. Non farò allusioni sul fatto che è, ai nostri giorni, un mercato di una certa rilevanza. “Il che però sarebbe un segno di modernità, per il poveretto in cerca di passione, ecco, per dirlo come sono capace io, Marghe!
Alla povera Swanilda toccherà sudare cento camicie e qualche tutù, per riportare l’attenzione del giovane su di sè, (oltre promettere solennemente che non sarebbero mai e poi mai andati all’Ikea la domenica). Promessa infranta subito, perché stufa della cucina modello tirolese. La nostra amica Tea ci informa che nelle prime rappresentazioni il ruolo di Franz era sostenuto da una donna. Eh niente, spiace ma non ha comunque funzionato.
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Menzione speciale numero 1: La SILFIDE.
James scappa da un matrimonio con la bella Effie per vivere nella foresta (!?!) con la silfide che lo seduce: è un amore platonico, non può toccarla. Appena arrivato tenta di abbracciarla, ovviamente… Ma allora sei grullo? Per la miseria!
Qui ho dovuto intervenire io, in quanto la Stef ha una passione insana per i boschi più o meno incantati, le nebbioline e le sono venute delle fissazioni circa certi luoghi e certi individui e nomi (lei ha le assonanze, non so se la collegate con la rubrica fotografica su questo argomento che cura sempre su Fb….), vabbè! Per rispetto della privacy sono costretta a fermarmi qui. Ecco, ripartiamo dal commento di un nostro estemporaneo lettore…

 

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Menzione speciale numero 2 : IL LAGO DEI CIGNI.
Spiegaci Sigfrido, come fai a confondere i due cigni, uno nero l’altro bianco?
Uno suor Nunzia dell’ordine Dei Beati Baffi-Inamidati, l’altro Greta Garbo in gran spolvero uscita da una spa wellness. SPIEGACI!!! Alla faccia dell’incantesimo, ammetti che è stata colpa degli ormoni e dei baffi di Odette e ci fai miglior figura!

Menzione speciale numero 3: GISELLE
In questo caso abbiamo una Stef agguerritissima a riguardo.
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La Stef non dimostra dubbi. Quella che sembrava una rubiconda contadinesca fanciulla da idillio pomeridiano al villaggetto, rivelasi poi cardiopatica con tenenze psicotiche. Questa è sfiga Alberto; magari la prossima volta nel bosco la notte mandaci lo scudiero a mettere due gigli. Tanto anche tu non è che gli paghi i contributi no?

La nostra amica Pompea, risponde al nostro sondaggio
feisbucchiano con la cosa, l’unica cosa, che poi in realtà ci spinge ancora ad ammirare i balletti di repertorio. Eccovela.
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Un grazie a tutti per la collaborazione spontanea

Margherita Mana e Stefania Sanlorenzo

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