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Ravello festival Danza 2017: danza, tendenze e nuovi linguaggi, progetti speciali e formazione


La seconda edizione del Ravello Festival Danza diretta da Laura Valente propone un programma articolato in 5 serate con 10 coreografie di cui 3 opere commissionate dal Festival in prima assoluta, due progetti speciali e, non ultimo la possibilità per i giovani danzatori campani del progetto di formazione del festival Abballamm!, di misurarsi con i coreografi di rilevanza mondiale presenti a Ravello.

Il tema scelto come filo conduttore è il muro. L’obiettivo è di mostrare e portare a coscienza di quanto la danza sia in grado di scavalcare le barriere, cancellare i confini e vincere i pregiudizi.

«L’intento è di raccontare come la danza – afferma Laura Valente – riesca ad entrare nelle crepe delle differenze ideologiche, religiose, sociali e a rivelare la fragilità dei nostri preconcetti abbattendo i muri che ci dividono. È questo il potere di un’arte che, alle inquietudini e alle paure del nostro tempo, sa ancora opporre il desiderio di un orizzonte comune, fondato sulla convivenza tra mondi diversi attraverso il linguaggio del corpo e del movimento.  

Non a caso, la danza è sempre stata una terra capace di accogliere i “migranti” della cultura, trasformando il loro approdo in una risorsa, facendo del confronto e della contaminazione il codice genetico della sua stessa vita.».

Inaugura il festival il 2 luglio la prima assoluta The Wall, coreografia commissionata da Ravello Festival a Karole Armitage, che collabora qui con uno dei maggiori artisti contemporanei, Francesco Clemente, al suo debutto in un lavoro coreografico.  Nello spettacolo Clemente dipinge dal vivo un giardino idilliaco dove “si può abitare e anche devastare”, mentre la voce recitante di Alba Clemente (sua moglie nella vita, che firma anche i costumi) scandisce i versi del poeta greco Konstantin Kavafis. Qui i muri fanno riferimento alla violenza dei conflitti che attraversano il mondo contemporaneo. Uno spettacolo di danza, arte, poesia e musica che vuole essere un messaggio di unità proprio a partire dalla genesi della creazione artistica.

Nella prima parte della serata i solisti del New York City ballet e dell’American Ballet guidati dal primo ballerino Daniel Ulbricht sono in scena in Balanchine in the dark, omaggio alle creazioni storiche di George Balanchine.

Un abbraccio ideale al talento unico del coreografo che, grazie al viaggio intrapreso dalla Russia all’America attraverso il mare, il “più liquido dei muri”, ha dato vita ad uno stile americano del balletto.

La giornata è tenuta a battesimo dall’inaugurazione della mostra di Francesco Clemente, “STANDING WITH TRUTH FOR RAVELLO 2017” tent  by Francesco Clemente, il progetto speciale visibile a Villa Ruffolo fino al 30 settembre. Una grande tenda, di quelle tipiche che caratterizzano gli accampamenti dei nomadi dell’Asia, con gli interni dipinti dall’artista mentre all’esterno i ricami a mano di artigiani indiani sono realizzati con fili d’oro. Tende preziose, “luoghi artistici” che diventano simbolo di rifugio e dedica al tema delle migrazioni. Sono inediti anche i 19 acquerelli e  l’opera/manifesto che Clemente ha creato ispirandosi al tema scelto quest’anno per il Festival: un muro dal quale volano aquiloni colorati.

La seconda serata di Ravello Danza (11 luglio) ospita due creazioni di Marie Chouinard, l’eversiva coreografa canadese, neo direttrice della Biennale Danza  di Venezia.

Chouinard declina il tema del muro con una personale rivisitazione del suo capolavoro, Le sacre du printemps, nella quale i corpi dei danzatori, ricoperti da aculei, diventano metafora di una protezione ricercata strenuamente nel segno di un primitivismo lunare, che esplode potente, carnale e spirituale allo stesso tempo. La coreografa inoltre ripropone in una versione ad hoc per il Festival Les 24 Préludes de Chopin, che occupa una posizione speciale nel suo lavoro. Un potente inno alla vita ed è la prima sua coreografia basata su uno spartito musicale, metafora dell’esplorazione di un Nuovo Mondo per ritrovare una pulsazione originale che è essenziale per il suo movimento. Les 24 Préludes de Chopin viene rimontata appositamente per il Festival in una residenza con i danzatori del progetto di formazione Abballamm’.

Il 19 luglio arriva per la prima volta Ravello il coreografo israeliano Ohad Naharin con la sua Batsheva Dance Company. Nella sua esperienza di vita Naharin ha abbattuto molti muri: cresciuto in un kibbutz, a fianco del suo gemello affetto da autismo, ha inventato per lui un vero e proprio linguaggio alternativo, che è diventato la sua poetica espressiva, grazie al suo metodo “Gaga”, simbolo di quella positiva creatività israeliana che cerca di costruire ponti e trovare soluzioni. Decadence a Ravello conduce lo spettatore per mano tra le creazioni che lo hanno reso celebre.

Mondo e territorio, diversità e unicità appunto, diventano le linee guida che continuano a segnare il cammino di Abballamm!, il progetto di formazione di Ravello Danza, che permette, da giugno a luglio, ai talenti della regione Campania, all’interno di una rete che comprende i centri di eccellenza riconosciuti dal Mibact insieme ad alcune compagnie e, da quest’anno, anche la collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, di lavorare con i coreografi del festival.

Per l’edizione 2017 la partnership speciale è realizzata con l’Accademia di Danza e  Sareyyet Ramallah/Palestine International Award for Excellence and Creativity. Un lavoro sui destini che si possono cambiare.

Il 22 luglio l’esito del progetto prevede la messa in scena di due creazioni. Palestinian Karma, coreografia di Bassam Anu Diab e musica dal vivo di Majdi Lailache, narra in danza storie di emigrazioni e integrazioni. A seguire Revolving Karma che il coreografo salernitano Fabrizio Esposito realizzerà con circa 60 allievi, dai 13 ai 20 anni,  selezionati da tutte le province campane, ispirandosi alla leggenda di Tirreno,  e al  karma che ogni popolo si porta sulle spalle.

Il 29 luglio l’appuntamento conclusivo prevede un programma composito con tre proposte di cui due in prima assoluta.

Aprono la serata Les Italiens de l’Opera de Paris, la compagnia nata recentente sotto la guida di Alessio Carbone che ha riunito i danzatori italiani all’Opera di Parigi (su 16 stranieri in compagnia,  11 sono di origine italiana). NUIT DE LA DANSE: Bournonville, Béjart, Balanchine  e  Garnier è un omaggio al repertorio classico del grande teatro francese.

In prima assoluta, Simone Valastro, su commissione dal Festival, traduce in danza i temi dell’immigrazione, della diversità, dell’integrazione, della rinascita in Bread and Roses. Prendendo spunto dal delicato film di Ken Loach e avvalendosi di un articolato programma musicale che comprende, tra gli altri, le composizioni del francese Pierre-Yves Macé, che ha riunito oltre 150 temi di canti dell’emigrazione in un’opera musicale unica in collaborazione con il Museo dell‘Immigrazione a Parigi. Completano la creazione i costumi di un’icona della moda: Christian Lacroix che ispira anche la seconda prima assoluta della serata, Black Dust  di Matteo Levaggi, coreografia scandita dalla partitura originale di Lamberto Curtoni, ispirata a Black Star di David Bowie.

 

Box office: Ravello Piazza Duomo (di fronte all’ingresso di Villa Rufolo)

tel. 089 858422 – boxoffice@ravellofestival.comwww.ravellofestival.com

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