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Manca poco alla nuova edizione del International Ballet Festival di Miami e noi, come sempre da qualche anno, abbiamo un rappresentate d’eccezione per la nostra Italia, Antonio Desiderio, che anche questa volta porterà in America l’eccellenza italiana.

Anche quest’anno torni all’International Ballet Festival di Miami. Quando si svolgerà?
Si! È sempre una grande emozione. Si svolgerà dal 15 al 20 agosto

In cosa consiste il tuo ruolo all’interno del Festival?
Il Festival Internazionale di Balletto di Miami si serve di alcuni selezionati referenti europei che nel corso dell’anno sono incaricati di suggerire i migliori danzatori dell’attuale panorama ballettistico mondiale.
Io collaboro con il Festival da tanti anni e nelle diverse edizioni tantissimi sono stati i danzatori da me presentati: Opera di Vienna, Arena di Verona, English National Ballet, Washington Ballet, Balletto di Maribor e tantissimi altri.

Come sei arrivato a questa collaborazione?
La mia collaborazione con il Festival internazionale di Miami risale al 2010. Ero a New York per due produzioni con il Metropolitan Opera House e sentendo molto parlare di questo grande Festival inviai una mail al fondatore di questo grande evento, il Maestro Pedro Pablo Pena presentandomi e proponendo una collaborazione. Ricordo che ricevetti una mail di risposta neanche 24 ore dopo in cui Pedro Pablo Pena mi ringraziava e chiedeva come avremmo potuto fare questo. Sfruttando la mia presenza negli Stati Uniti ci incontrammo e da lì cominciò una bella collaborazione.
Pedro Pablo Pena ci ha lasciati all’inizio dell’anno; sono stato onorato di averlo conosciuto e rimarrà per sempre in me il piacevole ricordo del nostro pranzo proprio lo scorso anno in cui mi portò a visitare la fazione cubana di Miami. Da quest’anno ci sarà Eriberto Jimenez, da sempre suo braccio destro e da quest’edizione nuovo Direttore Artistico del Festival.
Chi sono i danzatori che rappresenteranno l’Italia quest’anno?
La mia scelta è ricaduta per questa edizione su due giovani promesse della danza: Adele Fiocchi e Francesco Daniele Costa del Teatro dell’Opera di Vienna.
 Adele la conosco dai tempi del diploma all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano; giovanissima la invitai per alcuni gala in Italia e già da giovanissima ha mostrato un grande temperamento e carattere, fondamentali per questo lavoro.
Con Francesco Daniele Costa siamo al primo contatto, ma seguo le evoluzioni di questo giovane danzatore distintosi a Vienna per la sua tecnica e presenza. Entrambi italiani, entrambi portano il nome ITALIA nel mondo.
Danzeranno il pas de deux d’Europa di Flames de Paris e Costa danzerà poi un brillante assolo dal titolo “Moscato” creato per lui da un altro italiano, il coreografo Alessio Di Stefano.
Punto da sempre sui giovani di talento per aiutarli e supportarli.
Su cosa punta il Festival?
Sulla qualità. Questo da sempre. Vengono invitati solo i migliori danzatori dietro selezione del Direttore Artistico.
Quali differenze riscontri nell’organizzazione di un Festival così importante in America e nei Festival del nostro territorio?
Il Festival Internazionale di Balletto di Miami è il più importante evento di danza dell’America. È perciò preparato e confezionato in perfetto “american style”: c’e una grandissima pubblicità in tutta la nazione, divulgazione sui mass media.
Inoltre il pubblico di Miami è da tempo abituato a grandi danzatori che nei vari anni si sono avvicendati in questa kermesse (quest’anno giunta alla XXIII edizione) e perciò accolgono gli artisti durante le loro esibizioni con grandi plausi ed affetto.
In Italia purtroppo c’è molta disattenzione sul mondo coreutico malgrado rappresenti grandi indotti economici con gli spettacoli e grandi masse di pubblico. Si deve investire di più su questo settore e capire che va riportato ai fasti di tempi trascorsi perché ne abbiamo tutte carte in regola per fare ciò.

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