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di Massimiliano Craus

Erano Massimo Perugini (art director MAS Milano), Jonny Street (art director Europe Hip Hop Movement), Monica Perego (prima ballerina English National Ballet)e Raul Valdez (art director CDSH Amburgo) con l’attribuzione di prestigiose borse di studio presso i centri PNSD, ESDC di Cannes, CDSH di  Amburgo ed il MAS di Milano. Tutti sotto l’egida di Ildegarda Calderan e Cristina Venturuzzo, professeur de danse classique già con il Maggio Danza e per l’Europa Danse, il Cannes Jeunes Ballet ed il Ballet Nice Mediterranee. Nomi e cognomi che hanno accompagnato “Città in Danza Pordenone” ben al di là della Alpi e della stessa Europa. In particolare il maestro Ermanno Croce non ha mancato di segnalare la qualità riscontrata: la nostra presenza all’evento “Città in Danza Pordenone” ha stimolato la nostra voglia di esserci anche il prossimo anno, di ospitare tra i tanti Colleghi che arriveranno dall’Europa e dalla Russia anche Ildegarda Calderan, in modo da farle conoscere il nostro mondo oltre confine, per migliorare ancora tutti insieme in favore del talento. Siamo convinti che questo evento diventerà un appuntamento fisso per i migliori ensemble italiani. A questo proposito l’annunciata diretta live streaming con Mosca per la selezione della XXIII edizione di “Expectations of the World”, con anche l’ulteriore riconoscimento del CID UNESCO di Parigi, ha acceso ancor più i riflettori su una manifestazione che in scena non ha affatto deluso le aspettative. A cominciare dal premio della critica assegnato alla coreografa Martina Marianni con il titolo “Pomboo 2” per conto di “Vivere il Balletto” di Padova, diretto da Cinzia Prospero. Un titolo che ha incuriosito ancor prima di piacere a pubblico e critica e di cui la stessa coreografa ci ha raccontato come “Pomboo 2” sia la seconda puntata di una saga sulla fiducia che nasce una decina di anni fa. Il significato della parola in swahili è delfino, animale a cui mi sono ispirata per sensibilità, senso di appartenenza ed intelligenza. Il primo “Pomboo” viveva la fiducia in una forma più istintiva ed immediata, come un desiderio e quasi un bisogno. In “Pomboo 2” c’è l’ovvia maturazione da molteplici punti di vista, essendo arrivato con netta distanza dalla prima esperienza coreografica. Il tema resta la fiducia nell’altro (persona, vita, universo) ma come qualcosa di esistente che viene misurato nella comprensione di questo altro e nella possibilità sempre negoziabile di un incastro reciproco. Un successo artistico che ha stupito accanto all’altro titolo in scena “Madre” di Lorenzo Tonin, autore di “Sinedomo” di Vicenza, che ha voluto portare in scena ed alla ribalta un racconto del dolore di quelle donne che tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 hanno visto i loro figli emigrare in cerca di una condizione di vita migliore. Circa il 70% di loro era di provenienza meridionale. Con “Madre” narriamo la forza di un addio, la disperazione di un “mai più”, ma anche l’incredibile potenza di un abbraccio materno. Oltre alle due coreografie naturalmente c’è stato uno stuolo dei baldi giovani provenienti da ogni dove a Pordenone, tutti capaci di ritagliarsi il posto al sole del TEatro Concordia della città friulana. Scriviamo per la sezione classica di Noemi Micheli, Asia Braini, Francesca Tagliapietra ed Aurora Marino. Per le sezioni moderno e contemporaneo si sono invece imposti Ilaria Gaiotto, Anna Rinaldi, Maya Gorton, Noemi De Michelis, Sara Dainese, Giorgia Zanin, Giulia Fiorito, Sara Quagliara e Matteo Ferraresso oltre a tanti ensemble che hanno incorniciato il volto sorridente di Ildegarda Calderan. A chiusura della manifestazione Massimo Perugini, il presidente del gruppo di lavoro voluto ancora dalla direzione artistica, ha sintetizzato un anno intero di ricerca ed approfondimento della Tersicore friulana: il senso di professionalità ha dato il via ad un aspetto molto importante, il dialogo e lo scambio. Il tutto avvenuto a sipario chiuso tra noi giurati e direttori di ensemble dove forse, per la prima volta, non ho ascoltato la domanda “perché non ho vinto?”.  E’ pur sempre vero che non tutto può essere perfetto e non tutti possono essere soddisfatti ma noi siamo attivi per migliorarci. Quello che vorrei tenere sempre presente è che una competizione serve per migliorarsi e non solo per vincere, una competizione serve ad aprire un dialogo con l’ unico obiettivo di fare migliorare i giovani. Massimo Perugini ha voluto altresì omaggiare “Città in Danza Pordenone” con un “Bolero” danzato da quattro giovani danzatori del SCDP “Contemporary Dance Program” e del MAS di Milano, un momento  creativo di grande emozione in vista della loro partecipazione ad un altro festival molto importante in Russia.

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