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“I balletti sono come farfalle”

Balanchine, Forsythe, Nureyev e il giovane Millepied, direttore uscente del Balletto dell’Opéra de Paris, saranno i GRANDI COREOGRAFI in scena al Teatro Costanzi di Roma dal 26 febbraio al 2 marzo 2016.
Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra de Paris, ma Direttrice artistica del Balletto dell’Opera di Roma, calcherà il palcoscenico in “Closer”, coreografia di Benjamin Millepied, insieme al Primo Ballerino parigino, Florian Magnenet, su musiche eseguite dal vivo al pianoforte.
In questo intrecciarsi fra Roma e Parigi, ‘Closer’ è solo una delle 4 coreografie previste per il lavoro pensato in omaggio ai prestigiosi nomi della danza.

Da Eleonora Abbagnato, che ci farà piacere vedere danzare, ci si aspetta innovazione, vitalità e progettualità anche nel ruolo di guida, offrendo l’opportunità di un’apertura al mondo della danza che in Italia ristagna. L’entusiasmo dei ballerini del corpo di ballo sembra esserci. Il lavoro è tutto da fare; va benissimo riproporre i grandi classici come aprirsi alla contemporaneità, ciò che conta è lo spirito con cui le produzioni sono pensate e offerte al pubblico che cerca qualità e coinvolgimento.

Inutile battere sullo stesso tasto che ripete il monologo della “danza” lontana dalla realtà. La danza è una realtà in se stessa, ma come tale va spiegata e mostrata e palesata. Se sta ferma, muore. Come tutto.

Dunque ben vengano titoli come la “Serenade” di George Balanchine, “The Vertiginous thrill of exactitude” di William Forsythe e poi, per l’indimenticabile Nureyev, il III atto di “Raymonda”, il classico che regge il confronto con la modernità nel suo evolvere, perché nel tecnicismo interpretativo è pura arte.

L’Etoile si basa sulla sua esperienza, come deve essere, perché è ciò che meglio si trasmette e che arriva con più trasporto al pubblico, che va coinvolto e convinto di quell’immediatezza del movimento, che la danza porta con sé.
Un gioco di equilibri fra tradizione e modernità, ma soprattutto un tentativo che spinge verso la comprensione del linguaggio della danza, qui espresso in modi differenti fra i quali ricercare una uniformità e una continuità di lettura che è proprio il senso di uno spettacolo di questo tipo. “Grandi Coreografi” è già indicativo di qualcosa che vuole essere speciale: l’importanza dei nomi da un lato, e il senso della coreografia, dall’altro. Perché una coreografia è l’espressione della creatività mentale e fisica di un artista. Sta tutto lì. E trasmettere quei passi, decriptarli ogni volta, è dare vita a qualcosa di nuovo.

Balanchine diceva che “I balletti sono come farfalle”… Una volta eseguiti volano via e spariscono. Le coreografie ripetute come mere fotocopie perdono il loro significato e il loro valore. Le coreografie invece hanno un’anima, che va preservata e trasmessa.

Cominciamo da Nureyev: “Raimonda” è un balletto con variazioni tecnicamente complesse, ma brillanti e briose (Atto III). La parte riscritta dal grande ballerino russo, al suo arrivo in Europa nel 1961, è qui proposta ai ballerini dell’Opera di Roma, dai ripetitori Patricia Ruanne e Frédéric Jahn. https://youtu.be/KPl-hPLJKOo

Il brano di Forsythe del 1996, ripetitrice Stefanie Arndt, è una unicità: neoclassicismo su musica di Schubert. Certamente la tecnica classica è portata al limite delle sue magnifiche potenzialità espressive fuori dei canoni tradizionali, in un alternarsi veloce e imprevedibile di cambi di equilibrio e direzionalità nell’esecuzione dei passi. Una vertigine! https://youtu.be/xUWRtJiWQbI

Balanchine è la genialità che diventa passo di danza. Questo brano è un contesto coreografico che trascina se stesso, senza trama. Non sembra importare il costrutto più che la danza in sé; creato nel 1934, oggi il ripetitore sarà Ben Huys: quattro movimenti che si susseguono quasi casualmente sulla musica di Cajkovskij. https://youtu.be/LwudwT8ZwvE

Le note di Philip Glass invece muovono i passi di “Closer”, creazione di Millepied, del 2006: in un duetto si vive l’intimità di una storia d’amore. Rimane solo da lasciarsi trasportare: lievi le note emergono dallo spartito già come passi di danza. https://youtu.be/wy4kKDhGX5w

Stefania Sanlorenzo

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