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Nell’arte come nella vita alle volte è concesso rompere la linea cronologica del tempo, ottenendo segmenti di un sentire o di un vissuto che sussistono almeno un attimo in sospensione.

Leggevo e ho incontrato un interessante articolo di Paola C., blogger in “Vita da Museo”, attenta e curiosa da seguire come inviata da Londra; mi permetto di considerarla così.
Nel suo dettagliato articolo troverete questo passaggio: “E qui comincia un’altra piccola e preziosa mostra allestita dalla sempre impeccabile Courtauld Gallery, dal titolo Rodin and Dance: The Essence of Movement che riunisce un gruppo di disegni e di piccole sculture in varie pose di danza, spesso appena abbozzate che Rodin non ha mai mostrato in pubblico […]”
Ho letto tutto l’articolo corredato di foto e link.
Vi aggiornerò con qualche video e fotografia anche qui.

Rodin-il bacio

Rodin-il bacio

Nell’arte spesso il linguaggio è complementare: la plasticità della scultura e il tocco sulla tela nella pittura o il tratto a matita dei bozzetti (che adoro) hanno spesso un richiamo con la posa danzata e in modo particolare e speciale con il senso stesso del movimento.

Certamente io prediligo la dinamica; la prediligo nell’espressione della danza, la cerco nell’apparente staticità di una scultura o di un dipinto, come di uno scatto fotografico.

Nel caso dello scultore Auguste Rodin il marmo ha in sé ‘vita’ in netto contrasto con la freddezza della pietra: il tratto scultoreo è assolutamente mirato a un’espressività movimentata, realistica, intensamente sentita, come una percezione del divenire e non solo dell’essere. Tanto spesso caricata di un pathos psicologicamente forte.

Ebbene la mostra ha il suo perché, forse l’autore non aveva cercato rilevanza per queste sue opere, forse erano ricerca fine a se stessa… Rimane il fatto che l’uso del corpo nel movimento danzato ha colpito la creatività di uno scultore difficile nella sua genialità, affascinato da un certo tipo di danza; da un espressionismo carico di rimandi psicologici più che estetici.

https://youtu.be/izaFUtBDGLE (la mostra ha chiuso da pochi giorni: Londra, Gennaio 2017)

Eifman coreografo russo assai complesso, spesso applaudito più per la rottura con il mondo artistico da cui si distacca, che per la reale forza dei suoi lavori, ama narrare le vite di grandi adderall xr personalità artistiche. Questo il caso di Rodin: egli stesso affermò che il punto di contatto era nel significato che lo scultore francese dava alle capacità espressive del corpo umano, scoprendo nella “sua dinamica” lo spirito dell’umanità. Eifman prova interesse per l’approccio psicologico ma ne fa un balletto in due atti che devia più volte, forse mosso dalla narrazione.

Nasce con l’idea di accostarsi alla vita dello scultore partendo dal suo rapporto amoroso con Camille Claudel: allieva musa e amante. Quindi crea un duetto drammaturgico fra i due ballerini originalmente OLEG GABYCHEV, che interpreta Auguste Rodin e la ballerina Liubov’ Andreeva, che commentò quanto fosse difficile imparare la parte, poiché “significava non solo lavorare alla sbarra”. Il concetto, espresso anche dall’interprete maschile era che sentivano di dover essere attori prima ancora che danzatori (debutto a San Pietroburgo, poi il balletto fu rappresentato in altre occasioni, dal 2012 a oggi).

Con Boris Eifman la vita di uno scultore è narrata in danza, quando Rodin aveva scelto anche il corpo danzante come soggetto artistico.

Una sovrapposizione acronica fra l’idea della mostra (2016-2017) che espone lavori meno conosciuti di Rodin, con il movimento del corpo che danza in risalto nel disegno e nella realizzazione scultorea di piccole statuette, e invece il coreografo che parte dalla storia della vita dell’artista per portare in scena l’opera creativa e manuale, chiedendo ai ballerini uno sforzo drammaturgico importante: perché sfrondando dai momenti di danza più ridondanti di un certo ambiente e periodo narrativo, dalla phentermine diet pills vicenda tumultuosa del rapporto amoroso fisico e creativo dei due interpreti, l’idea delle sculture, della creazione di un’opera dal marmo, risulta efficace e chiama l’applauso in un balletto piuttosto ‘rumoroso’ se mi è concesso, dal quale si debbono estrapolare picchi di pathos che rimandano sia alla visione dello scultore come artista, sia alla scultura come essenza creativa, sia a un certo tipo di stile di danza.

Torno spesso al concetto del LINGUAGGIO MODERNO DELLA DANZA, che molti chiamano ‘danza contemporanea’ in una definizione troppo complessa per essere veramente azzeccata.
Questo dipende dal significo proprio o tecnico della parola (scritta e parlata).
In ogni caso tutto ciò è un incontro che sembra adatto proprio a un incunearsi di due dinamiche.
Rodin affascinato da quelle figure carismatiche e iconiche della nuova concezione di danza, come Loie Fuller o Isadora Duncan e la ‘danza libera’; e da personalità eccelse della danza, il cui turbamento interiore si è fuso in modo indissolubile con l’arte, confondendo la vita e il pensiero fino alla follia: parlo di Nijinsky, e dunque questo https://health-e-child.org/buy-modvigil-online/ coreografo russo, Eifman, compositore di ‘rottura’ comunque rispetto alla tradizione del balletto russo, perciò a sua volta alla ricerca di un’alternativa comunicativa nella danza in scena.
Egli dice: “Tutto risiede nella estetica, ma la bellezza formale del gesto non è fine a se stessa. Ciò non significa che la qualità plastica della coreografia sia meno importante della ricerca di una certa intensità drammatica delle situazioni. Credo semplicemente che non si possa cogliere la bellezza come una nozione astratta. Quando creo un movimento, lo faccio con l’idea di creare un’emozione, esprimere un sentimento; e questa emozione passa necessariamente attraverso un bisogno estetico.”

rodin-ed-eifman

Non un parallelismo vero, ma due eventi che ho casualmente accostato e quasi sovrapposto, estrapolandoli da un contesto temporale (diacronia storica) o culturale, ma unicamente nella ricerca essenziale del concetto estetico del MOVIMENTO, sia in danza sia nella scultura, come mezzo espressivo consono all’uomo a livello artistico: siano scultore, pittore, coreografo o danzatore, musicista e poeta, ecc…

Music: Maurice Ravel, Camille Saint-Saëns, Jules Massenet

https://youtu.be/x5zOUfnD7Fg (estratto)

https://youtu.be/9u4PTNJ6fxs (trailer ufficiale: San Pietroburgo)

Stefania Sanlorenzo

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