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Coaching per l’avviamento alla professione di danzatore

Parte Prima

Dancer At Work nasce da un’idea di Eugenio Buratti che si propone di avviare e indirizzare i giovani danzatori alla professione sul modello straniero di grandi e prestigiose accademie con le quali è in corso una collaborazione.
L’interesse principale è proprio porre il giovane danzatore al centro del percorso, affrontando tappa per tappa la sua crescita professionale. Una formazione in stretto contatto con le opportunità di lavoro esistenti nel settore della danza internazionale.
La proposta formativa ha anche l‘obiettivo di sostenere la preparazione alle audizioni prefissate, seguendo l’andamento di esse e accompagnando il professionista ad inserirsi nell’ambiente lavorativo.
Queste prospettive sono avvalorate dalle esperienze messe a disposizione dal team di docenti, grandi artisti e professionisti da anni inseriti nella scena lavorativa della danza italiana e internazionale.
L’eccellenza della danza italiana incontra i giovani talenti che potranno diventare l’orgoglio italiano del domani promuovendo la crescita del livello di professionalità sul territorio locale e nazionale e di divulgazione della conoscenza culturale di quest’arte immortale.
Un modello di insegnamento unico, di un prestigio incomparabile inserito in un contesto che rappresenta la culla dell’arte italiana nel mondo: Firenze.
L’organizzazione rispetta i parametri di una società in continua evoluzione e si inserisce perciò in un programma all’avanguardia fondato sul linguaggio del web: internet, e-mail, social, foto e video, divulgazione attraverso gli attuali mezzi di comunicazione.


Parte Seconda

A) Il progetto nasce dall’esperienza di collaborazione con l’Académie Princesse Grace del Balletto di Montecarlo. Dancer at Work si presenta come formazione per adeguare ed integrare i giovani danzatori sulla base degli standard lavorativi e delle esigenze delle compagnie professionali che operano su tutto il panorama europeo ed extra europeo.

Il percorso “coaching” per l’avviamento alla professione prevede una selezione all’ingresso, permettendo la frequentazione solo agli elementi già accademicamente pronti. I danzatori diplomati, quindi già pronti ad un avviamento professionale, hanno dunque la necessità di organizzarsi per riuscire ad individuare quale possa essere una collocazione lavorativa adatta in relazione ai potenziali individuali.
Il corso di formazione è necessariamente rivolto ad un numero molto limitato di persone, affinché si possa seguire ogni singolo partecipante in modo minuzioso.

B) Il percorso prevede, inoltre, un pacchetto di presentazione attraverso: foto, curriculum e video, da inviare presso le compagnie che hanno necessità di integrare il loro organico.

C) Il progetto sta sviluppando, in una relazione sempre più stretta e attiva, una collaborazione con realtà estere, quali la partnership con l’Académie Princesse Grace del Balletto di Montecarlo.

D) Il “coaching” si delinea su attività lavorative che riprendono gli standard lavorativi attuali delle compagnie che operano a livelli professionali, ovvero:

– 6 giorni settimanali
– 6 ore giornaliere

Il training raggiunge 35 ore settimanali e di conseguenza prevede una preparazione preliminare agli orari di attività eseguiti dai danzatori lavoratori.

Il “coaching” di avviamento alla professione non prevede esibizioni, rassegne, spettacoli e saggio di fine anno, inoltre inizia a settembre e finisce a luglio.

L’iter non preclude tempi determinanti ma giunge ad una conclusione con l’ottenimento di un contratto di lavoro o con una possibile risoluzione concordata tra le parti.

E) In relazione alle opportunità di inserimento nel mondo del lavoro sopra descritte il numero di “dancers” è in continuo mutamento, di conseguenza la direzione artistica stabilisce una graduatoria al fine di reintegrare il numero di partecipanti. L’accesso a DAW avviene con un’audizione su appuntamento a chiamata.

F) Il progetto richiede una location di prestigio che possa ospitare il training senza richiedere alcun contributo eccetto la sola ospitalità del corso.
Tali requisiti offrono la possibilità alla struttura ospitante di accedere a finanziamenti sui quali la direzione non rivendica alcun diritto.

G) Dancer at Work non è a scopo di lucro. La gestione amministrativa prevede che i selezionati versino una quota al fine di coprire i costi del progetto stesso.

H) In sintesi, il progetto si propone di colmare l’ultimo step indispensabile prima di intraprendere a tutti gli effetti la carriera artistica, cioè dalla fine del percorso accademico fino all’inserimento nell’ambito lavorativo.

Questo tassello indispensabile risulta ancora assente all’interno della realtà professionale della danza sul territorio nazionale.

 

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