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Stupenda e sofisticata edizione del classico “Romeo e Giulietta” su musiche di S. Prokofiev e la coreografia originale di R. Nureyev.

Il balletto rientra nel repertorio classico ed è immortale come la commedia drammatica del grande W. Shakespeare a cui si ispira da sempre nel tessuto della trama.
Eppure tante Giulietta e tanti Romeo sono stati in teatro e tanti hanno danzato su queste note, o su estratti in versioni rivisitate.

Quando si parla del balletto, a meno che si vogliano evidenziare tecnicismi o innovazioni particolari, si finisce di parlare della natura umana. L’amore, l’odio, la sofferenza, la scelta, la morte.
E la morte che è per natura “conclusiva”, lo è anche di tutta la vicenda del dramma.
Tuttavia ogni coreografia avrebbe un’anima sua che si risveglia, e allora persino gli archetipi cui siamo abituati, quelli del nostro sentire e del nostro essere, possono venire percepiti in modo diverso. Questa è la magia del Teatro in generale e della Danza nella sua forma espressiva, in particolare.

Il balletto diretto musicalmente da Simon Hewett, andrà in scena tra il 19 marzo e il 16 aprile 2016, vedendo impegnato tutto l’ensemble del Balletto dell’Opéra National de Paris.
La foto è uno scatto superlativo di Julien Benhamou.
E io parto da lì. Giulietta beve il veleno che dovrebbe farla addormentare solo per un lasso di tempo utile affinché Romeo risolva il loro dramma e possano fuggire, superando gli impedimenti, che l’odio fra le due famiglie in lite (aggravato dalle uccisioni recenti) continua ad alimentare, e che si frappongono al loro amore giovanile, nuovo, essenziale.
Giulietta ama una volta intensamente e completamente. Muore due volte.
Perché il piano non riesce e dinnanzi a un immediato e folle suicidio di Romeo, lei stessa si toglie la vita.

La coreografia del grande Nureyev è nota per essere fortemente intensa. La grandezza tecnica del ballerino sublimava nelle doti interpretative che lo hanno spinto a riscrivere brani celebri, valorizzando passi e spesso energia espressiva.

L’evento ha grande risonanza.
Dunque vi lascio a quel pensiero che in molte produzioni mi coglie di sorpresa: qual è il senso dell’amore?

Fra odio, vendetta, passione e morte come si colloca l’amore, quello vero?
I personaggi sono tanti. Forse la coppia Mercuzio e Tebaldo non meriterebbe un tema tutto suo? Certo. E Romeo? “Oh Romeo, Romeo!” , giovane e folle. Sfortunato amante. Invaghito della bellezza di un fiore, la sua Giulietta, tanto da suicidarsi credendola morta.
E’ il fato avverso, ma lui sceglie in balia del dolore, e tutto si compie lì, in quella scelta; perché Giulietta, come da copione, si risveglia e nulla sarebbe accaduto se lui non si fosse già tolto la vita.
La morte suggella l’eternità di due giovani che per un fuggevole momento sono diventati una coppia. Questo potrebbe essere un senso cui credere. E Giulietta rimanere l’archetipo dell’amore romantico. Perché se non fossero morti, la lettura sarebbe cambiata.

Se invece ci allontanassimo dal dramma e ci fermassimo a loro due?
Questo il significato del teaser che abbiamo pubblicato sulla pagina Facebook di iodanzo.com e che trovate qui nell’articolo.

Quell’amore non è infelice. La tragedia viene dopo e avviene in più momenti diversi. Si prepara a tappe fin dall’inizio, ma questo è il dramma e la sua trama.
Noi stiamo guardando un balletto. Seguiamone i passi. I pas de deux, le prese, i salti e gli avvolgenti passaggi… seguiamo il filo della coreografia per una volta; la storia la conosciamo e al finale sempre siamo destinati a rimanere male, con un “se” sulle labbra; perché sono tanti i punti che hanno impedito un lieto fine che ci mancherà ogni qualvolta sentiremo parlare di loro: Romeo e Giulietta.

Stefania Sanlorenzo

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