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Luca Papa ha creato una nuova pagina della suo percorso creativo: in scena il 20 e 27 maggio alle ore 20 la nuova opera D’IO presso il Teatro Libero all’interno del Molinari Art Center.

Artista poliedrico, dalle molteplici sfumature, creatore e fondatore della NonAvanguardia – movimento artistico supportato da un manifesto tradotto in sei lingue diverse –  Papa é promotore di un vero e proprio laboratorio sperimentale di formazione:  un percorso personale e professionale volto a preparare gli interpreti all’arte performativa a 360°.

Artista residente del MAC, Papa lancia l’ennesima sfida con un lavoro provocatorio e allo stesso tempo intimo e riflessivo. Di fatto “ siamo tutti uguali agli occhi” e il nostro unico limite siamo noi stessi: il superamento del limite è forse una delle prime sensazioni che si hanno anche solo nel leggere il nome di questa nuova opera, D’IO. Non sentite già una sorta di turbamento? Quella D, staccata dall’IO, mette di fronte a una lotta interiore fra cosa esiste e cosa no. Quali sono le cose importanti? A chi e a che cosa noi diamo la priorità? Colui che non si è mai messo in discussione ha semplicemente accantonato il discorso, ha addormentato i propri neuroni, anestetizzato le proprie capacità di riflessione. D’IO allora si pone come un vero e proprio viaggio alla scoperta della verità.

Per affrontare la visione di D’IO è certamente necessaria una buona dose di coraggio prima dell’inizio perché, proprio come in un viaggio, conosci il punto di partenza ma non sai cosa vivrai durante, e soprattutto cosa ti lascerà una volta finito.

Per godere a pieno dell’arte di Luca Papa bisogna necessariamente  conoscere le sue origini, la sua evoluzione, i suoi cambiamenti, ripensamenti, i suoi passi in avanti, e le tappe di un percorso di vita a volte complesso e difficile. Tutte le sue opere messe a confronto spingono chiunque a chiedersi PERCHE’. E pretendono una risposta.

Lui è pronto a rispondervi.. voi siete pronti ad ascoltare?

 

PROGETTO NONAVANGUARDIA

“Avanguardia è la denominazione attribuita ai fenomeni del comportamento o dell’opinione intellettuale, soprattutto artistici e letterari, più estremisti, audaci, innovativi, in anticipo sui gusti e sulle conoscenze, impegnati in un rinnovamento, ponendosi in polemica con la tradizione e la cultura ufficiale, mettendo in discussione la stessa natura dell’arte e il rapporto con la società e connotata dal costituirsi di raggruppamenti di artisti sotto un preciso manifesto da loro firmato”.

E proprio aldilà di questa definizione si scorge il progetto NonAvanguardia, un vero e proprio laboratorio sperimentale di formazione, un percorso personale e professionale volto a preparare gli interpreti all’arte performativa a 360°.  Il progetto NonAvanguardia vuole rompere gli schemi, andando controcorrente e cercando di riportare l’essere umano all’origine. E’ la resistenza a quello che ci viene imposto. La predisposizione di cercare in continuazione, di scoprire se stessi e tornare all’origine dell’arte, che secondo un punto fondamentale del manifesto è stata creata da Dio e nata per essere divina, ma modificata poi dall’uomo che l’ha trasformata in una sorta di esasperazione e forzatura.

All’interno del progetto si intrecciano varie discipline artistiche e si utilizzano strumenti diversi per ogni genere di arte performativa e non: la finalità del percorso (se così si può definire, dato che non c’è  una fine dal momento che un artista – ma prima di tutto un essere umano – non dovrebbe mai arrestare la sua evoluzione) è proprio quello di sviluppare e stimolare il modo di esprimersi  nel modo più autentico e personale, guidarlo alla scoperta delle sue reali potenzialità, oltrepassando i propri limiti e insicurezze e facendo pertanto emergere una consapevolezza maggiore della propria artisticità. Uno degli intenti prioritari del progetto NonAvanguardia è quello di preparare chi vi partecipa ad assicurarsi che ogni situazione, ogni luogo, ogni avvenimento sia quello giusto al momento giusto, limitando lo smarrimento e il senso di spaesamento nell’affrontare un mondo artistico che spesso è ben distante dal loro immaginario, in particolare in riferimento a quei momenti in cui ci si trova a fronteggiare registi e coreografi contemporanei internazionali della nuova generazione che adoperano linguaggi lontani dai canoni classici e dalle tecniche codificate e standardizzate. Il progetto NonAvanguardia si preoccupa di diffondere la consapevolezza artistica, avvicinando gli artisti italiani di qualsiasi disciplina (danza, performance, recitazione, musica e qualsiasi altro tipo di arte performativa) alle diverse tendenze internazionali, proponendo nuove forme espressive, artistiche e comunicative.

Tutto questo si mescola con quello che è il cosiddetto “Metodo Luca Papa”, un metodo difficilmente enumerabile quanto estremamente concreto: dopo una parentesi esplorativa durante la quale gli artisti esprimono le loro aspettative nei confronti della loro vocazione artistica e, più in generale  dell’arte, viene avviata una fase di liberazione, nella quale si attuano una serie di esercizi mirati a far riscoprire ad ognuno le potenzialità dei propri sensi.

Per concludere il Progetto NonAvanguardia è possibilità. Ti da l’opportunità di andare oltre, oltre l’estetica, oltre il giudizio, oltre la paura, oltre la “tela”.

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