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Nella mia professione spesso capita di essere interrogati su ciò che sia meglio fare e su come sia giusto farlo. Tutti vorremmo avere risposte pronte, adatte ad ogni utilizzo e capaci di portare a soluzioni efficaci. Molto spesso non esiste una ricetta magica per sanare tutte le situazioni ma se si affrontano ambiti specifici le cose possono cambiare. E’ questo il caso dell’affettività e della sessualità.

Come insegnanti, genitori, formatori ci accorgiamo quotidianamente di quanto i ragazzi a cui ci rivolgiamo cambino e si modifichino velocemente. “Le cose non sono più come una volta”, “Non mi sarei aspettato che crescesse così in fretta”, “A volte non riesco proprio a capire” sono esempi che tutti possiamo rintracciare nel nostro quotidiano. Ebbene si, il cambiamento accompagna ogni fase del nostro ciclo di vita, passando da picchi ad anse e sconvolgendo quelle poche certezze che credevamo di aver acquisito. Per fortuna è così! Ma cosa è giusto sapere se abbiamo a che fare con bambini e ragazzi che si avviano verso lo sviluppo? Quali sono i bisogni di ogni essere umano, quali valori sono essenziali nelle relazioni umane, quali caratteristiche sono importanti all’interno di una famiglia e nel singolo individuo per avere uno sviluppo sano ed equilibrio psicofisico?

Parlare di sessualità ed educare all’affettività diventa semplice se si superano gli imbarazzi e se si crea un contesto privo di giudizio in cui i giovani possano esprimersi liberamente. La serenità della relazione e la possibilità di condividere darà loro la spinta necessaria per crescere nel migliore dei modi.

Siamo tutti esseri sessuati, infatti tutti sin dalla nascita ci distinguiamo in maschi o femmine e ciò orienterà le nostre scelte future. La sessualità incomincia con la nascita per continuare durante tutta la vita, è segnata da avvenimenti importanti come il riconoscimento delle proprie emozioni, il corpo che cambia, la pubertà, l’adolescenza, le prime uscite, la scelta di un partner sessuale, il parto, la vita famigliare, la menopausa ecc.. I nostri atteggiamenti e valori legati alla sessualità sono determinati soprattutto dalla cultura perché vengono definiti dalla famiglia, dalla religione, dai nostri pari, dagli amici che si frequentano, da alcuni aspetti economici, dai media e certamente dalla scuola. (Tentori, 2010, p.1). Numerosi autori affermano che i bambini, nella loro esperienza di crescita, imparano a distinguere con precisione – in base alle risposte e all’atteggiamento degli adulti – quali sono gli argomenti di cui è meglio parlare o tacere. L’adulto deve interrogarsi sul modo di comunicare nell’ambito della sessualità e, soprattutto, ricordarsi che benché i ragazzi non facciano sempre delle domande, ciò non significa che non ne abbiano o che non abbiano interesse per il tema.

Anche gli adulti di riferimento possono fare molto in questo senso. Pensiamo a cosa ci offre la danza: il repertorio classico affronta la sessualità in molteplici forme, contesti e risoluzioni. Partendo dalle modalità di seduzione di Carmen, alla galanteria presente ne “Il lago dei cigni” così come in quasi ogni balletto romantico, sino all’amore non concesso per Romeo e Giulietta. L’affettività colora da sempre il panorama coreutico rendendo speciale ed emozionante ogni trama e dandoci l’opportunità di insegnare, attraverso gli aspetti fiabeschi di una vicenda, moltissimo ai ragazzi. E’ davvero un po’ come educare attraverso la lettura di un buon libro ma arricchendo il proprio vissuto di impersonificazioni e simulando tali sensazioni con gesti corporei, espressioni amplificate, trasporto musicale e scegliendo di rendere tutto ciò ancora più esplicito affinché possa arrivare sino all’ultimo spettatore in sala. Quanta ricchezza.

Così ogni danzatore può arrivare a scoprire in un contesto sano e privilegiato quali sono i suoi sogni e che adulto vuole diventare. I ballerini hanno, grazie al confronto con situazioni interpretative, la possibilità di completare una carta di identità descrittiva delle loro caratteristiche caratteriali, fisiche e dei loro sogni e aspettative future. Fornendo risposte ai bisogni dei bambini (il bisogno di contatto per sperimentare quali emozioni si scatenano; il bisogno di esternare i sentimenti che provano; la ricerca di un proprio spazio intimo; la percezione che le cose cambiano; la richiesta e la ricerca) la danza sin dalle prime lezioni di propedeutica offre prospettive educative davvero preziose. Il lavoro condotto nelle classi potrà favorire una nuova modalità di condivisione aperta e fruibile. Per questo ogni genitore, insegnante, adulto di riferimento deve lasciare lo spazio al dialogo ed alla condivisione. Dare un tempo all’ascolto aiuta la capacità riflessiva e di maturazione del pensiero e del sentire.

Ph. di Pier Luigi Abbondanza
Svetlana Zakharova in Carmen

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