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“La fiamma dello spirito risiede nella danza”

Così lo scrittore e retore greco Luciano di Samosata – celebre per la natura arguta e irriverente dei suoi scritti satirici – descrive un’arte che di irriverente non ha pressoché nulla e che, al contrario, è caratterizzata da eleganza, leggiadria, delicatezza, romanticismo.

Danza: una parola, mille emozioni.
Danza: la prima espressione artistica del genere umano, che sfrutta il corpo per disegnare nell’etere figure che trasformino in movimento la musica.

Questa disciplina ha da sempre mille sfaccettature, e il suo potere espressivo viene sfruttato in contesti e situazioni molto differenti tra loro: nei rituali, durante i momenti di preghiera, come intrattenimento nelle occasioni di aggregazione della collettività durante feste popolari o come motivo stesso di aggregazione (discoteca). Essendo presente in modo così significativo nella quotidianità delle persone, nel corso dei secoli questa arte è stata considerata come un vero e proprio specchio della società, del pensiero e dei comportamenti umani, nonché veicolo di espressione dei nostri sentimenti attraverso il linguaggio del corpo. 

La forma più antica e accademica della danza è quella classica, da sempre considerata come disciplina “pura e incontaminata” rispetto ad altre tipologie di danza (moderna, hip-hop, break, jazz, ecc.). 
Si può quindi affermare che dalle sue origini ad oggi la danza classica è sempre stata fortemente associata al concetto di tradizione, e per quanto abbia dovuto stare al passo con i tempi e con i cambiamenti della società nelle varie epoche, ha sempre difeso a spada tratta il proprio legame con l’antichità.
Una delle più grandi “rivoluzioni” avvenute nel mondo della danza classica riguarda il fatto che nessuna donna ha mai danzato ad alti livelli fino al 1681: fino ad allora i ballerini solo i ballerini uomini potevano esibirsi nei teatri, seppur indossando maschere e parrucche per nascondere la propria identità durante le loro performance.

Il pubblico al quale si è rivolta per secoli la danza classica è da ricercarsi nelle classi aristocratiche e altolocate, composte da persone acculturate e appassionate di ogni forma d’arte. A partire dagli anni ’60 del XX secolo invece il target di riferimento di questa disciplina si arricchisce e si diversifica, diventando più variegato non solo sulla base dell’estrazione sociale degli spettatori ma anche sulla diversità della loro cultura, della loro abbienza economica, della loro educazione e anche della loro età. In merito a quest’ultima caratteristica, tantissimi giovani iniziano ad interessarsi alla danza classica e a praticarla, e questa “ventata di gioventù” ha portato non solo all’incontro tra l’antichità e la modernità (molti balletti classici cominciano ad essere accompagnati da musica Jazz o addirittura dal Rock’n Roll) ma anche ad una nuova spinta artistica che ha dato vita alla danza moderna e a tantissimi altri stili contemporanei.
Tra queste nuove forme di danza nate nella modernità, uno degli stili più in voga è quello “urban”, che comprende l’hip-hop e la breakdance. Si parla dunque di due discipline non accademiche che sono da considerarsi agli antipodi della danza classica.

Il XXI secolo vede dunque la danza classica in tutta la sua perfezione accademica scontrarsi faccia a faccia con la libertà e l’anticonformismo delle figure tipiche della breakdance, e questo suo tentativo di farsi accettare come uno stile antico ma nel contempo moderno e al passo coi tempi è riassumibile nella seguente citazione:

“Il balletto è un’arte severamente tradizionalista quanto stupefacentemente viva e proiettata nel futuro”.

Cosa ne pensate della danza classica e del suo rapporto conflittuale con l’epoca contemporanea?

Pensate che ci sia un punto di incontro tra il balletto classico e uno stile non accademico come la breakdance?

Su questo tema si è interrogato anche il produttore James Richardson, co-fondatore della Vertigo Films per StreetDance:

“Volevo che il mondo della street dance fosse sfidato. La danza ha realtà diverse: la danza classica per esempio e la street. E così mi sono chiesto: “Cosa succederebbe se questi due mondi si scontrassero? Come si comporterebbero? Come ballerebbero?”Così ho creato la storia di due mondi – quello inglese tradizionale, rappresentato dai ballerini di danza classica e dal Royal Ballet, e quello inglese moderno, rappresentato dagli street dancer. Quello che sarebbe emerso da questo scontro di culture mi sembrava una cosa estremamente stimolante”.

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