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di Massimiliano Craus

Torna la video-danza in Italia e lo fa dalla porta principale, ovvero dal primo festival della nostra storia con il “Coreografo Elettronico” diretto da quest’anno da Laura Valente. Si riparte, dunque, con l’occasione della ventesima edizione, la nuova direzione che eredita la prestigiosa storia avviata al principio degli anni Novanta da Marilena Riccio e l’Associazione “Napolidanza”. Un bel po’ di anni che ci riportano indietro con il tempo ma parecchio avanti con gli obiettivi e le finalità della kermesse, evidentemente già nel titolo proiettata in un mondo della danza a velocità 4.0. E così la giuria scelta ad hoc per l’occasione è composta da Vito di Bernardi (Università degli Studi di Roma La Sapienza), Lea Mattarella (La Repubblica), Mariella Pandolfi (Università di Montreal), Elina Pellegrini (C.R.E.S.C.O.), Marilena Riccio (fondatrice della manifestazione), Leonardo Sangiorgi (Studio Azzurro), Roberta Scorranese (Corriere della Sera) ed Andrea Viliani (direttore del museo Madre di Napoli) proprio per garantire un solco trasversale di competenze ai mille partecipanti provenienti da venti paesi differenti. Numeri da capogiro che hanno soddisfatto Laura Valente ma che cresceranno a dismisura se si leggono i vincitori Marie Chouinard e Matteo Levaggi di questa edizione 2016, ed ancora al cospetto del palmares delle precedenti edizioni con i nomi di Alan Platel e Sasha Waltz a primeggiare su uno stuolo di altri artisti emergenti. Nomi e cognomi che hanno interagito con la danza, le nuove tecnologie ed il Caos del 2016, ovvero il tema indicato attorno a cui doveva rispondere ogni performance della kermesse. Un Caos inteso non solo come disordine ma, soprattutto, come energia da cui tutto proviene.

La danza è  un’arte espressiva con i propri valori estetici, e nel contempo esperienza di alto significato sociale e antropologico. E’ così che il Caos diventa danza corale attraverso cui ognuno può mettersi in contatto con il movimento dell’universo e recuperare un senso di appartenenza. Ed in quest’ottica si spiega la partecipazione delle compagnie Körper ed Art Garage che hanno proposto contestualmente un estratto di “Caos del 5”, con la coreografia di Emma Cianchi e le video-creazioni di Gilles Dubroca, prodotto da Campania dei Festival e NTF – Città della Scienza. “Il Caos del 5” ha rivisitato per l’occasione uno spettacolo che nel 2010 ha debuttato a “Campania dei Festival”, ed è stato tra i primi spettacoli in Italia che ha visto l’utilizzo di sensori e di programmi digitali applicati alle videoproiezioni. Ma nel tourbillon di nomi, cognomi ed interpretazioni più o meno virtuali ecco scorrere i vincitori, a cominciare dal “Premio miglior opera italiana” assegnato al titolo “SEXXX” di Matteo Levaggi/Davide Ferrario. Presentato al “Torino Film Festival”, il lavoro di Davide Ferrario su “Sexxx” di Matteo Levaggi è un lavoro che racconta il corpo, il sesso e l’erotismo ma anche la potenza della danza come linguaggio espressivo. Un’opera a metà tra danza, documentario, fiction e video-arte, con una colonna sonora originale di Bruno Raco che si insinua tra le musiche di David Bowie, Ultravox, The Longcut ed Ooioo e contiene una serie di ricognizioni visive sul tema del corpo nudo così come è stato rappresentato nella pittura (da Tintoretto a Palma il vecchio), nel cinema e persino nel porno.

Il “Premio migliore opera straniera” è invece stato assegnato a “THE RITE OF SPRING” di Mario Rouleau/Marie Chouinard. In questo caso il regista di comprovata professionalità si confronta con uno spettacolo storico di Marie Chouinard. L’uso delle sette telecamere e l’editing sono esemplari per descrivere l’erotismo della neo-direttrice della Biennale Danza di Venezia Marie Chouinard, che richiama certi film del regista settantatreenne David Cronenberg, anche lui canadese come la coreografa, e che sembra provenire dall’estensione dello spazio dominato dal corpo e delle sue potenzialità erogene.

Non poteva mancare il “Premio  migliore performer” assegnato ad “ASPECT RATIO” di Ora2 giudicato artigianale, intelligente, ironico e fumettistico, proprio nell’ottica del conseguimento della vera evoluzione della video-danza ad opera di Ora2. E poi si passa per il giudizio della critica, notoriamente tra i più attesi di ogni festival che si rispetti.

Nella ventesima edizione del “Coreografo Elettronico” i critici hanno assegnato il “Premio speciale della critica” a “DANSEUSE/DANCER” di Isabelle Hébert. La motivazione è sintetizzata in tre righe nelle quali si fa un ulteriore uso della miscellanea tra il documentario, la danza, la psicologia ed il palcoscenico. Infatti nello spazio di un quarto d’ora questo documentario, realizzato da una creativa che conosce bene il palcoscenico e la macchina da presa, riesce a costruire un ritratto di una danzatrice straordinaria cogliendo aspetti psicologici e formali del lavoro creativo.

Infine il “Premio speciale giovani autori migliore produzione indipendente” assegnato a “SCUGNIZZO LIBERATO” di Nicola Tranquillo ed Alessandra Sorrentino, con la coreografia a quattro mani ancora di Alessandra Sorrentino e Martina Picardi. Qui Napoli entra prepotentemente nel canovaccio del festival, con una veloce e dinamica salita danzante dagli inferi, ovvero dall’ex-carcere minorile Filangieri fino alla terrazza che apre su una Napoli illuminata con il Vesuvio in bella mostra. Un’idea semplice con una qualità capace di piegare la luce naturale alla ripresa e con un interessante uso degli spazi evidentemente apprezzato dalla critica.

Ma Laura Valente, la neo-direttrice artistica del “Coreografo Elettronico”, cala un ulteriore asso nella manica con la Sezione speciale “Dance in the City”. Qui Laura Valente, insieme al coreografo e ballerino russo Daniel Ulbricht, principal del New York City Ballet, condurrà la danza a raccontare ed abitare le città del mondo, che faranno da sfondo alle performance artistiche di musica e movimento. La protagonista di quest’anno è proprio Napoli con il luogo simbolico del Centro direzionale, raccontato dai due danzatori e video-maker napoletani Francesco Capuano e Nicola Picardi in una simbiotica stretta tra il “Coreografo Elettronico” e la sua città natia dal titolo “Glitch Project – Visioramica – Loop!!! “

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