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Le numerose esperienze vissute in Italia e all’estero hanno fatto sì che Max Sirto, pur con la sua giovane età, abbia attirato l’attenzione di eventi nazionali ed internazionali del panorama italiano degli ultimi anni, portandolo ad affiancare il suo nome a quello dei grandi nomi della danza.
Caratteristiche fondamentali di un buon ballerino e coreografo sono, e dovrebbero sempre essere, l’attenzione per la storia della danza e lo studio delle tecniche insieme alla continua ricerca di un nuovo modo di comunicare da presentare sulle scene; caratteristiche queste che Max Sirto conosce benissimo e che gli derivano dagli anni di studio presso alcune delle più importanti realtà del mondo coreutico: Londra (Pineapple Performing Arts Studios e London Contemporary Dance School), New York (Merce Cunningham Dance Studios) e Firenze (Scuola del Balletto di Toscana e Opus Ballet).
È proprio dopo diversi anni di formazione che si ispira, per dar vita alla sua idea di ‘balletto’, a due grandi coreografi e suoi maestri, Merce Cunningham e Dwight Rhoden, i quali hanno saputo coniugare la loro eccellenza artistica ai frutti di una meticolosa opera di ricerca e sperimentazione. Dalla Tecnica Cunningham Max Sirto attinge costantemente per portare avanti quel metodo compositivo di danza ‘non narrativa’ che permetta di creare una scissione netta dall’ossessione del risultato estetico a cui si è così fortemente legati.

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