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Ravenna Festival – Cristina Rizzo: ‘Tempesta – The spirits’. Il linguaggio della danza contemporanea


Al Ravenna Festival del 2015, giunto alla sua XXVI edizione, il 26 giugno (dopo Firenze in maggio), l’Aterballetto riproporrà: Tempesta-The spirits, creazione di Cristina Rizzo, su musica di autori vari, al Teatro Alighieri, ore 21.00.

Per la forza creativa che muove a questo tipo di sperimentazione nella danza, Cristina Rizzo si fa notare: danzatrice, coreografa e performer di base a Firenze, ma sempre più in autonomia, di cui richiamo l’impegno anche nel programma di “Choreographic Collision 7”, come docente insieme alla coreografa canadese Marie Chouinard nei workshop coreografici. (fonte: www.iodanzo.com)

Oggi si ricerca un modo di comunicare che collochi la danza in uno spazio nuovo o ripreso dall’antico purché contiguo alla realtà.

La danza contemporanea ha scelto una maggiore libertà espressiva, talvolta di difficile interpretazione per il pubblico, con una forte corporeità giocata sul contatto, l’intreccio, lo strappo; su di una gestualità che è parola ma soprattutto mente. Normalmente c’è un filo conduttore sotteso, ma si è perso il senso narrativo. Spesso c’è movimento puro in sintonia oppure in contrasto con la musicalità stessa dei brani o nel silenzio.

Anche la danza classica ha rivisitato se stessa (ecco il tema del progetto summenzionato: What is classic?), sia come legame al passato sia come rilettura coreografica di tematiche universali e immortali.

Pertanto ritengo che sia interessante seguire i coreografi che stanno esteriorizzando questo ruolo innovativo, nel quale attraverso una sentita riflessione teorica, in realtà,  l’impatto con il pubblico si connota di un forte dinamismo in scena.

“Tempesta-The spirits” è di un paio di anni fa e nella serata farà parte di un trittico (accanto a due coreografie di Michele Di Stefano): è pensato per 6 danzatori che come naufraghi da un tempesta sono inizialmente dispersi nella loro individualità, ma sospinti uno all’altro per sopravvivere, impossessandosi di un luogo nuovo (continua la metafora), che li richiama al senso del gruppo. Da esso sarà fluido il nuovo inizio, come un soffio leggero, uno spirito che nulla ha più della ‘frattura’ di una tempesta superata.

Shakespeare scrisse una commedia dal titolo “ La Tempesta” (1611 circa), che in qualche modo permette un salto immaginario fra questa danza dai tratti così attuali, a quei lontani e antichi versi.

Anche nell’opera la tempesta del titolo è narrata ma non vista. Tutto si compie dopo, sull’isola: questo luogo trovato insieme che amalgama inevitabilmente i personaggi, e che qui, nella danza, diventa un contrasto di gestualità ora tribale ora delicata che si sviluppa nei movimenti coreografici.

Shakespeare fu ispirato da chissà quali letture avvolte nel mistero.

La sua opera, in cui è narratore ma anche personaggio, è stata oggetto di grande interesse letterario. Egli è Calibano forse, che nell’epilogo non è brutto, ma poeta? O Prospero, cioè il drammaturgo che lascia il mantello e spezza la bacchetta? Così lo spirito di Ariel, che tutti ha incantato fra mostri e paure, lascia il mondo magico per quello libero e vero dell’uomo all’uomo che torna a relazionarsi, come in Miranda e Fernando? Come avviene fra questi 6 danzatori!

I mostri non ci sono più, gli incantesimi sono finiti: il mondo è riconsegnato agli uomini.

Un’opera da leggere come una retrospettiva quella di Shakespeare, una coreografia, questa di Cristina Rizzo, dai toni cerebrali quanto è  sentita nella sua fisicità, da concedere questo ‘volo’ immaginifico. http://www.aterballetto.it/video/tempesta_the_spirits.mp4

foto di A. Anceschi

 

Stefania Sanlorenzo

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