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Kledi Kadiu ci parla di danza: non solo passi ma fantasia e comunicazione


Mi soffermo su di un ballerino conosciutissimo, Kledi Kadiu, e la sua capacità di comunicare.

Il suo nome ha raggiunto la popolarità in Italia attraverso la televisione, grazie alla trasmissione Amici. Ebbene mi piacerebbe parlare di lui, oggi, perché è chiaro che dopo quella fase di boom mediatico, sia riuscito a imporre se stesso certamente come artista, ma fortemente come persona e come personaggio amato dal suo pubblico, oltrepassando lo schermo e ripresentandosi poi anche come conduttore di trasmissioni, si pensi a “DANZA Rai5” che riprenderà dal 23 luglio 2015 con un bellissimo programma, in seconda serata.

  • Le figure di Nureyev e Alicia Alonso, in apertura e chiusura.
  • Il Tango come danza nel mondo. 
  • L’Aterballetto e i Red Bull Flying Bach  
  • Un balletto: Coppelia.

In questa fase estiva 2015 sarà a Treviso il 3-4 luglio, come insegnate di danza moderna; si sposta come è logico e come la stagione normalmente porta a fare un poco tutti, seguendo hobby, passioni, o lavoro in cornici diverse dalle solite; l’occasione nella prima decade di luglio è data dal 29esimo Stage Internazionale di Progetto Danza, con prestigiosi insegnanti per varie discipline.

Kledi, in perfetta forma fisica (a 41 anni) e con il sorriso avvincente che dimostra gentilezza e capacità comunicativa, oltre a vederlo lavorare o a lavorare con lui, diventa piacevole e interessante  anche nel sentirlo parlare di danza.

La scelta della sua vita.

Consapevole, sofferta, guadagnata e ripagata dal successo.

Ha un modo diretto per trasmettere un messaggio che abbiamo sentito ripeterci spesso: la danza è una prova dura; un cammino faticosissimo e talvolta dolorosissimo da percorrere… Come imboccarlo? Che cosa aspettarsi? Come non arrivare a odiarla?

Molti giovani se lo chiedono e continueranno a farlo, dovrebbero. Credo che servano loro anche le risposte di chi prima ha sperimentato e ha chiarito con se stesso, trovando un significato che poi, questo è il caso di Kledi, ha voglia di esteriorizzare, di insegnarlo insieme ai passi di danza, che ripete da quasi 30 anni. Li ha nella mente e nel cuore e sa che la danza è una scelta di vita, ma può essere traumatica. Il corpo è chiamato a un grande esercizio, a cercare e avere capacità continuamente messe alla prova. Bisogna sapersi conoscere e quindi riconoscersi anche nei propri limiti.

La danza va vissuta a pieno ritmo, è totalitaria.

Studiarla rimane un’opportunità eccezionale che porta a una maggiore consapevolezza di sé e alla capacità di relazionarsi con gli altri.

Questo è un po’ il cardine dei suoi interventi, che mostrano questa voglia di comunicare.

La danza e la coreografia sono linguaggi per esprimere ciò che si ha dentro di sé. Ma ce ne sono tanti, anche tecnologici… Ne sembra affascinato; ha grande entusiasmo e forte voglia di mettersi sempre in gioco, di osare.

Che sia poi questa la risposta a tante domande diverse? Osare con costanza e umiltà.

La fantasia va stimolata, lo spirito va nutrito sia per danzare sia per vivere, che, nel cammino, alla fine una cosa includa l’altra oppure no.

https://youtu.be/qwMw5gYncGE (Red Bull Flying Bach, 2014).

Stefania Sanlorenzo

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