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Sarà in scena fino a domenica 12 marzo al Teatro Ambra alla Garbatella lo spettacolo musicale Spoon River Acting & Songs, per la regia di Valter Casini. Un’opera che reinterpreta uno dei testi classici del Novecento, l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters mescolando l’arte teatrale con quella della danza e della musica.

Abbiamo intervistato il regista Valter Casini che ci ha raccontato l’idea all’origine e interessanti curiosità sullo spettacolo.

Come nasce l’idea di mettere in scena l’Antologia di Spoon River?

L’idea nasce dall’amore. Quello per Edgar Lee Masters e questa straordinaria raccolta di poesie, quella per i personaggi che hanno interessato la sua vicenda in Italia, Cesare Pavese che ne ha regalato una copia a Fernanda Pivano, la donna che amava; lei che lo ha tradotto rendendolo noto in Italia. E, naturalmente, Fabrizio De André, uno degli artisti che mi sono più cari in assoluto, che ne ha tratto uno dei suoi album più famosi [Non al denaro non all’amore né al cielo (1971), N.d.R.].

D’altronde non è la prima volta che porta in scena un’opera legata al cantautore genovese…

Già. Un anno fa, e poi in replica tra dicembre e gennaio, ho diretto La Buona Novella Anno Hominum 2016, un adattamento di un altro grande album di De André. In quel caso, abbiamo voluto dimostrare quanto il testo sia sempre attuale, inserendolo nella cornice di una delle questioni più complesse dei nostri giorni, quella dello sbarco dei migranti. Naturalmente, con questo non voglio dire che Spoon River invece non sia attuale. Come è tipico per De André, i suoi temi sono eterni, e i vizi, le debolezze, il dolore di quegli uomini e donne che hanno abitato l’America dei primi del Novecento sono, si può dire in qualche modo, universali. Soprattutto, il tema della morte come unico momento, insieme alla nascita, di libertà è un tema non solo attuale – se pensiamo alle questioni di bioetica sulle pagine dei nostri giornali – ma anche assoluto, in quanto elemento a cui proprio nessuno può sfuggire. In questo caso, però, non c’è stata l’operazione di ricontestualizzazione che c’è stata con La Buona Novella.

A parte l’analogia sull’attualità delle tematiche, entrambi gli spettacoli sono musicali. Che ci dice a proposito di questo?

Beh, ovviamente partire in entrambi i casi da De André è stata una scelta ben precisa non solo dal punto di vista autorale e poetico, ma anche musicale. Gli spettacoli che ne sono venuti fuori sono due Musical, con recitazione, musica dal vivo, canto e anche danza. Una caratteristica di cui tener conto è che in Spoon River gli arrangiamenti sono originali, ideati per accompagnare il senso che si vuole dare alla scena, per essere al servizio dei personaggi. Ne è un esempio l’interpretazione grottesca dell’ottico e i passaggi che attingono all’operetta.

Ecco, passiamo alla danza. In Spoon River è presente una ballerina professionista. Che ci racconta su di lei?

Eleonora [Rizzuto, N.d.R.] balla da quindici anni e ha sempre partecipato a numerosi concorsi di danza, sia in Italia che all’estero. Io la conosco dai tempi de La Buona Novella, dove aveva portato in scena assieme a un’altra prima ballerina le coreografie di Cristina Belletti. In Spoon River interpreta un angelo, che con la sua danza interpreta di volta in volta i sentimenti dei personaggi della storia che, nella loro diversità, le permettono di portare sul palco stili differenti.

Di cosa, in definitiva, va più orgoglioso in Spoon River?

Non c’è qualcosa in particolare di cui vado più orgoglioso. Ho voluto realizzare un’opera organica, e quindi tutto, dalla recitazione, alle musiche, alla danza, ai testi, concorre per il risultato finale. Come ogni opera, è stato un lavoro di squadra, una squadra fatta da me, dagli attori, dai tecnici. E, con un inchino, voglio ringraziare il capo di questa squadra, quel grande Maestro della musica italiana senza il quale tutto questo non sarebbe mai stato possibile.

Spoon River andrà in scena fino a domenica 12 marzo, tutti i giorni alle 21:00 e domenica 17:00 al Teatro Ambra alla Garbatella, in Piazza Giovanni da Triora, 15 – 00154 Roma.

Tutte le info sul sito del teatro www.teatroambra.it

 

[grazie a Marco Calogero per la collaborazione]

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