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di Stefania Sanlorenzo

 

Un dialogo surreale si perse nelle note delle ultime ore della giornata. Lei chiese a lui come era vestita la figlia, se era carina e adeguata alla Cerimonia. Lui, lontano da sempre anni luce dall’universo femminile, rispose con stile pacato: “Sembrava la Fata Confetto”.
Mi correggo, lui, lontano anni luce dal mio universo (fatto di tulle, lustrini, tiare, scarpette da punta e Tchaicovsky ….), ha risposto esattamente così, in modo piano e liquido, come se tutto il mondo comunicasse in questa maniera. Lui, un economista matematico che nella vita ha vissuto di numeri e sciagurati spread. Lei, arguta e pomposa, per una volta è rimasta allibita e non ha replicato. La sottoscritta era un tripudio di rosa pallido dalla testa ai piedi e in doppio strato, in mezzo a TUTTA GENTE VESTITA DI NERO O BLU NOTTE, in piena mattinata… leggermente soleggiata, sotto quel cielo tipico di Torino sulle colline in autunno. Bello.
Io ero elegante, firmata da cima a fondo, un poco spettinata perché clamorosamente in ritardo, capelli chiarissimi come le parrucche delle fate in ‘La Bella Addormentata nel Bosco’ (tanto sto bosco va e viene come gli pare sia in scena sia nei titoli….), e decisamente ROSA CONFETTO.
Adesso per non confondervi volutamente le idee, nel balletto citato ci sono diverse #fate, in rosa c’è #Aurora, la #Principessa dormiente…. Noi, invece, ci troviamo nell’allestimento tipico di questa stagione che volge al Natale (Dicembre è ormai ufficialmente iniziato), e che è “Lo Schiaccianoci”. Senza creare panico rientra nella Trilogia (il terzo è il famosissimo “Lago”), quindi resto in tema. Tuttavia vengo al dunque.

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Nel BALLETTO CLASSICO esistono i RUOLI.
I ruoli sono codificati da VARIAZIONI che in alcuni casi sono pietre miliari dall’Ottocento romantico a oggi.
Quest’anno La Disney ci è venuta incontro con “Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni”, così anche chi di balletto non vive avrà avuto modo di dilettarsi di una rivisitazione fantasy della celebre favola. Non posso assolutamente raccontarvela, credo la conosciate almeno a grandi linee e che sappiate che coreografi di oggi hanno dato spesso un loro tocco di originalità scenica (Abete capovolto, Grande Ghianda bianca e rossa …) e nelle variazioni di cui sopra. Qualcosa si toglie, qualcosa si sveste, qualcosa cambia nei passi. La combinazione dei passi di danza (definiti secondo regole accademiche molto rigide, ma passati attraverso la rivoluzione del modern, del post-modern e del contemporaneo che ha seminato il caos …), dicevo, nel loro intersecarsi e inebriarsi di legami in movimento (staccati dalla famigerata “sbarra”), crea le VARIAZIONI che definiscono lo scandirsi della SCRITTURA (notazione) COREOGRAFICA, SECONDO LA MUSICA E SECONDO L’IDEA DEL COREOGRAFO. …MAH! In base al RUOLO, che poi potremmo anche definirlo un PERSONAGGIO (A SUA VOLTA CENTRALE, MINORE, SOLISTA, PRIMO o PRIMA BALLERINA ecc…), c’è spesso un ricollocamento all’interno della storia, più che della coreografia in se stessa. Ci sono “ruoli” per i quali un ballerino o una ballerina ucciderebbero il loro simile. La Fata Confetto è l’indicatore del REGNO DEI DOLCI. Interlocutrice di Clara (di solito in sottoveste bianca, ma dall’originaria bimba del Natale ricco ed elegante, ha assunto connotazioni diverse, con età diverse e pur non cambiando il suo personaggio, Clara (Maria nella storia originale), ha invece danzato le variazioni di altri ruoli, bellamente eliminati (per necessità di allestimento).

Io vi capisco. Perdonatemi. Posso consigliarvi di prendere il BALLETTO così com’è? Già, ma com’è?
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La Fata Confetto portava una tutulette rosa e un bel corpino di un rosa più tenue ma decorato con punti luce. Aveva la coroncina di diamanti in testa, tenuta come un basco delle truppe d’assalto. Lo chignon denotava una sorta di colluttazione che spiegava evidentemente anche la posizione della tiara luminosa. Clara è davvero in sottoveste e ha un burattino di legno in mano, a testa in giù sul pavimento, tuttavia il vero Schiaccianoci, qui non-Principe, perché il Principe balla con quell’altra che sta nel Regno dei fiocchi di neve (manteniamo la calma), dunque lui umano, è seduto a gambe incrociate e un rivolo di sangue esce da una narice. Lo scontro con il Re dei Topi è stato più realistico del previsto. Non c’è colpa, si presume, ma il suddetto “topo” è un gran bel pezzo di ballerino ed è fidanzato con la fata confetto. Insomma io fossi stata in Clara sarei scappata con lui, altro che Schiaccianoci, che qui manco è Il Principe-Schiaccianoci e ha polpacci e cosce grossi. Tuttavia sono la fata confetto e sono furibonda.
Parlando di danza (lo so questa è una rubrica sulla #danza…) nel balletto classico (un po’ nella danza in generale) i ruoli non sono assegnati tirando i dadi, ma in base spesso al posto in compagnia o alla posizione contrattuale in organico, se si è in un corpo di ballo di una fondazione lirico-sinfonica…. E in generale il coreografo, il maestro di danza e nelle occasioni molto importanti chi “passa il testimone” (come vi ha rammentato la Marghe la scorsa settimana) distribuisce le parti, tenendo magari anche conto (oltre alle capacità tecniche e interpretative) di una sorta di “predisposizione” naturale dell’interprete. Vi ritrovate vero? Ho detto che il ruolo è legato a un personaggio del racconto. Perciò esiste anche una sorta di INTERPRETAZIONE. Comunque nel BALLETTO CLASSICO questa è labile: è della massima importanza eseguire i PASSI nel modo in cui li vuole, li vede, li sente …il coreografo ed essere in RUOLO.

Mi auguro che vi torni l’insieme di questo che è un linguaggio non-verbale, perciò deve utilizzare il corpo, la dinamica, la musica, i passi, l’espressione e il contesto per esprimersi. Per questo motivo la fata confetto ha strappato una ciocca di capelli veri a un fiocco di neve che faceva le moine al Re dei topi che avrebbe dovuto mimare la lotta col povero Schiaccianoci.
Postilla: io, quella fata confetto dell’inizio, ora in pensione, ho rivestito i ruoli delle #fate sempre; perciò non vedo perché essere diversa da me stessa alla Cresima di mia nipote. I RUOLI NON SI SCELGONO.
Le mie impalpabili ali scintillano solo al Crepuscolo. La Marghe potrebbe fotografarle una volta, chissà… ATTENZIONE ALLE FATE comunque, perché potrebbero sempre avere la coroncina storta.

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