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Ci risiamo: Bari capitale della danza, Teatro Kismet protagonista assoluto del mondo coreutico, Domenico Iannone direttore artistico lungimirante etc etc. Queste sarebbero le premesse buone per tutte le stagioni, soprattutto per il quinto anno della rassegna Esplorare diretta dal barese Domenico Iannone. E’ un lustro ma ne è passata di acqua sotto i ponti coreutici di Esplorare e del teatro Kismet, simboli dell’Iotalia che danza proprio col suo tacco, giù in fondo alla penisola. Si diceva di Domenico Iannone, coreografo noto al grande pubblico e direttore del suo ensemble AltraDanza, che rimette in auge la sua rassegna di danza, divenuta ormai tappa fissa della programmazione coreutica dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Ma stavolta le sorprese sono di spessore superbo, basti citare il titolo del “Bolero”! Eh sì, proprio il “Bolero” di Ravel! Fino al 10 novembre, con Esplorare 2023 il “Bolero” sarà il titolo per eccellenza nella sinergia con i Teatri di Bari e Officina dell’Arte – APS proprio per riascoltare più volte l’eco dello spartito di Maurice Ravel. Il progetto “Cinque coreografie per cinque scenografi” porta in scena il “Bolèro” di Ravel infatti in diverse riletture. E come da tradizione fino al 10 novembre il Teatro Kismet di Bari sarà il teatro della danza con diverse produzioni e svariati soggetti, in particolare l’Accademia di Belle Arti di Bari (coordinata per questo evento dai docenti Francesco Gorgoglione e Raffaele Fiorella, del Corso di Diploma Accademico di Secondo Livello in Scenografia – Teatro) e proprio l’ensemble AltraDanza. Fino al 10 novembre alle 18,30 andrà infatti ogni pomeriggio in scena il “Boléro” di Ravel, in una versione multimediale che abbraccia le celebri note dell’opera del 1928. Quelle che andranno in scena saranno quattro coreografie diverse: l’apertura sarà a cura di Sabrina Speranza con una speciale rilettura del capolavoro raveliano, “L’occhio di Dio”, con la scenografia di Paola Santoro. Lo spettacolo è incentrato sulla sezione aurea o “Divina Proporzione”, collegata ai vari elementi della natura e dell’arte. Dal DNA, fino all’uragano e alle galassie, mostra tutto il mistero che il cosmo nasconde. Lo scopo è quello di rendere lo spettatore consapevole del mistero che la sezione aurea nasconde e di farlo riflettere sull’esistenza dell’infinito. A seguire “Le Bolerò” del Ballet Center, con le coreografie di Alessandra Lombardo e Antonella Domanico e la scenografia di Angela Saponara. in una arena virtuale, dodici danzatori si contendono la scena sulle note del “Bolèro”, e la versione dell’artista elettronico Prequell rende la scrittura musicale incalzante, enfatizzata da un gioco di corpi che si intrecciano attraverso la pregiata partitura coreutica. L’altro spettacolo incentrato sulle musiche di Ravel è «rEvolution», coreografia di Gabriella Zizzo e Raffaella Pucillo, scenografia di Dorotea Sabini. Un mutamento graduale e ritmico, una presa di coscienza ed un risveglio. L’uomo-automa incastrato nei processi della gabbia sociale si riavvia attraverso il cortocircuito, che come un virus cresce, matura e si espande, fino alla rivoluzione. Il rovesciamento del sistema segna la rinascita, l’emancipazione e la libertà di esistere e autodeterminarsi. Giovedì 9 sarà la volta di “Out of Closet”, con la coreografia di Fabrizio Delle Grazie e la scenografia di Giovanni la Torre: un inno alla libertà di essere chi si desidera di essere. Una persona, come un armadio, può nascondere molte cose dentro di sé. Il viaggio all’interno di questo armadio esplora l’identità di un individuo che si spoglia di tutti gli artifizi dettati dall’appartenenza sociale e riscopre la sua vera identità, svincolata dal concetto di genere binario. É un’identità che transita nel mezzo. Venerdì 10 si chiuderà in scena con “Adoro Bolèro”, coreografia di Fabrizio Natalicchio, con la scenografia di Francesco Ceo e Michele Tataranni. Qui il senso è partire dal concetto di “adorazione”, espresso nella prima versione del “Bolero” di Ravel e portarlo ad una visione totalmente nuova. Gli uomini che adorano la donna diventano fedeli che adorano una reliquia. In tal senso si susseguono in scena due “ambienti virtuali”: quello in cui avviene la preparazione della madrina, e quello in cui viene portata in processione. Tutto è teso a mantenere il concetto originale del “Bolero” seppur decontestualizzandolo, e a mantenere forte l’identità territoriale e culturale di coreografo, scenografi e danzatori. In linea con le tradizioni pugliesi, tra sacro e profano, in maniera analoga a tutto quello che rappresenta il “Bolero”, tra adorazione e perdizione. In scena tra Cattedrali e Festa Patronale, tra vetrate e luminarie; fra donne e sante, i ritmi di Ravel troveranno nuova linfa vitale in chiave totalmente inedita, donando allo spettatore emozioni senza tempo. Durante la rassegna non mancheranno altri spettacoli frutto di una call realizzata da AltraDanza nelle scorse settimane, per la ricerca di nuove creazioni inedite o in fase di studio. Alle 21 toccherà invece ad altre coreografie scelte dalla direzione artistica del festival: “Ohana” (coreografia di Nicola De Pascale), realizzata all’interno di “Small Training”, educational project di Equilibrio Dinamico; “Il corpo sussurrando” del Balletto Teatro di Torino, con la coreografia di José Reches e Manfredi Perego, il 9 novembre in scena tre coreografie “Mašara” di Ilenia Tundo (con Angelica Pagliei e Ilenia Tundo), “Unknown” di e con Alessia Lombardi, “Klore” di Mariangela Di Santo e Carla Andolina (in collaborazione con Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi). Il 10 novembre la compagnia Artemis Danza, con la coreografia di Monica Casadei, porterà sul palco “Il barbiere di Siviglia”.

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