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A marzo vi abbiamo parlato del progetto “Leggere per… ballare” (vai all’articolo) ideato da Rosanna Pasi, insegnante di Lettere in pensione e ad oggi Presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni di Scuole di Danza (F.N.A.S.D.). Oggi vi parliamo di uno degli spettacoli creati partendo dal progetto e che vede protagonisti Angelo D’Aiello (anche lui intervistato su iodanzo.com) e Beatrice Vettor, giovanissima promessa della danza: La Sirenetta.

Beatrice, hai solo 14 anni ma il tuo modo adulto di rapportarti al mondo della danza a colpito tutti. Quando hai scoperto il progetto Leggere per…ballare e come hai iniziato a collaborare?
Ho partecipato alle audizioni per la prima volta quattro anni fa per mettere in scena “Alice nel paese delle meraviglie”. Il regista, Arturo Cannistrà, non conosceva ancora nessuno perciò, prima delle audizioni vere e proprie, ci fece portare un pezzo per fargli vedere come ballavamo. Io avevo portato un passo a due con una ragazza di un anno più grande ed eravamo talmente emozionate che le gambe ci tremavano a più non posso!
Avevo 10 anni e per questo motivo credevo che non mi avrebbe mai scelta per entrare a far parte dello spettacolo: ero troppo piccola. Qualche giorno dopo, ormai rassegnatami all’idea di non essere stata presa, arrivò il cast: io e la ragazza con cui mi ero presentata eravamo soliste! Non ci potevo credere, pensavo si fosse sbagliato, che volesse intendere altri due nomi, invece eravamo proprio noi! Ci assegnò il ruolo delle serrature, cioè la via per cui Alice riesce ad entrare nel Paese delle Meraviglie.
Avevamo solo un pezzo di 2 min, ma questo bastò per farci entrare a pieno nello spirito del progetto. Ci sentivamo come una vera e propria compagnia che lavorava, si truccava e scherzava insieme. Ogni spettacolo era come se fosse il primo, non smettevamo mai di stupirci e guardare con meraviglia perfino il modo in cui i tecnici sistemavano le luci. Era un mondo magico di cui eravamo segretamente gelose, lo tenevamo per noi e nessun altro.

Poi è arrivato l’anno del Piccolo Principe e quello successivo di Cenerentola
Si, l’anno successivo mi ripresentai volentieri per mettere in scena “Il piccolo principe”, rappresentazione teatrale di un libro che personalmente adoro. Per questo spettacolo erano previsti due cast ed io rientrai nel secondo con il ruolo della rosa. Desideravo tantissimo quella parte e quando la ottenni, saltai letteralmente dalla gioia! Lessi più volte il libro per cercare di immedesimarmi fino in fondo ed ogni volta coglievo un particolare diverso, una sfumatura in più, un qualcosa che mi avrebbe aiutato ad avvicinare il pezzo al libro. Molti degli interpreti di Alice furono presi anche per Il Piccolo Principe e fui contenta di ritrovare amicizie che si erano create proprio in questo ambito.
Lo spettacolo nell’insieme risultò davvero bello, la storia vera e propria e la relativa messa in scena erano strettamente collegate e le musiche rendevano tutto una specie di “sogno”.
Venne poi la volta di “Cenerentola”. Questo spettacolo lo ricordo con particolare nostalgia, in quanto il giorno successivo all’ultima messa in scena piansi perchè era finito. Nella versione ballata della storia furono aggiunti alcuni personaggi, come le fate delle stagioni, che rappresentano il tempo che Cenerentola trascorre sottostando alle cattiverie della matrigna e delle perfide sorellastre. Questa volta ottenni proprio il ruolo di una fata, quella dell’autunno, il che fu piuttosto divertente perchè sono nata in questa stagione!
Una cosa che mi colpì particolarmente di questo spettacolo fu la scenografia: avevano riprodotto addirittura la zucca con cui Cenerentola scappa per andare al ballo!

Lo scorso anno invece hai avuto uno dei ruoli più importanti dello spettacolo Pinocchio, interpretando la Fata Turchina.
Si, sono stata molto contenta della scelta della storia perchè mi ha permesso di leggere il libro di Collodi (anche per questo è molto importante questo progetto) che, molto probabilmente, se non fosse stato per lo spettacolo, non avrei letto. Tengo tutt’ora moltissimo al ruolo che mi è stato affidato. La protagonista, cioè la bambina che interpretava il burattino, era davvero brava e abbiamo avuto sin da subito una particolare sintonia che ha permesso la riuscita della messa in scena di un rapporto delicato come quello tra Pinocchio e la Fata. Quest’ultima infatti, vede il burattino come il fratello che non ha mai avuto che però gli causa molti dispiaceri, in quanto non ascolta i suoi saggi consigli che cercano di tenerlo lontano dai guai. Quando la fata vede Pinocchio “impiccato” dalla furba Volpe e dal suo socio Gatto, credendolo morto, si dispera e muore a sua volta per il grandissimo ed incolmabile dolore. Un ruolo abbastanza difficile, in effetti! Nonostante ciò, è stato molto emozionante.

Arriviamo ora al pezzo forte, il tuo primo ruolo da protagonista.
Quest’anno si è deciso come storia “La Sirenetta” nella versione del libro di Andersen, un po’ più tragica rispetto a quella di Walt Disney. Nel libro originale, la Sirenetta compie 15 anni ed ha il permesso di uscire fuori dall’acqua ed esplorare il mondo in superfice. Durante una tempesta, il figlio del re naufraga sulla riva: la Sirenetta lo vede e se ne innamora. Per questo motivo, decide di recarsi dalla Strega del Mare per farsi dare una pozione che la faccia diventare umana, per poter conoscere il principe. La Strega acconsente, ma in cambio vuole la voce della sirena. Dopo aver bevuto il liquido magico, la Sirenetta perde i sensi e approda sulla riva. La soccorre il principe, che è colpito dalla sua particolare bellezza. Nonostante ciò, il figlio del re si innamora successivamente di un’altra ragazza, che ha intenzione di sposare. La Sirenetta impazzisce per amore, fino ad arrivare al suicidio, in cui troverà la pace e si trasformerà in una figlia dell’aria, finalmente felice.
Leggendo la descrizione dei ruoli ce ne erano molti che mi incuriosivano, come ad esempio la Sposa o lo Scrittore. Pensavo di avere le caratteristiche per interpretare uno di questi ruoli e alla fine, dopo le audizioni, è arrivata la sorpresa “Beatrice: La Sirenetta”. Ho riletto il foglio due o tre volte prima di rendermi conto di ciò che stavo leggendo, ma quello era proprio il mio nome. Ero la protagonista!
Ero al settimo cielo, ma allo stesso tempo realizzavo lentamente tutte le responsabilità che avrei avuto. Il mio terrore più grande era quello di non essere all’altezza, di deludere qualcuno, in primis Arturo Cannistrà che mi aveva assegnato il ruolo. Dopo non poche difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la parte teatrale (che era davvero molta), arriva il momento dello spettacolo. L’ultima replica è stata straordinaria, il ruolo è riuscito benissimo e sono stati tutti molto contenti. Fra i solisti si è creato un bellissimo rapporto di complicità ed amicizia che ha reso ancora più bella questa esperienza.
Questo ultimo “Leggere per ballare” per me ha avuto un significato speciale, in quanto mi è stato assegnato il ruolo da protagonista ed ora che ho (quasi) realizzato che è tutto finito, mi manca moltissimo. Un ringraziamento speciale va al regista, professionale come sempre e all’educational perfomer, il suo assistente, che ha davvero fatto i salti mortali affinchè fosse tutto perfetto. TUTTI, dal primo all’ultimo, mi hanno fatto sentire a mio agio ed apprezzata e non ho parole per descrivere quanto ciò mi renda felice.

Come vedi questo progetto da studentessa quale sei? Pensi che possa essere importante per le scuole e gli allievi avere l’opportunità di prendervi parte?
Da “veterana” di questo progetto, mi sento di esprimere il mio parere a tal proposito: sono dell’idea che sia un lavoro straordinario in tutti i sensi. Si permette alle scuole e ai ragazzi di confontarsi e di crescere insieme, fra alti e bassi ma sempre uniti per un obbiettivo comune. “Leggere per ballare” per me è stata un po’ come una seconda famiglia con cui ho pianto, ho riso, ho trascorso intere giornate a provare e riprovare le stesse cose, ma, cosa più importante, ho ballato.

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