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Il termine BULLISMO è la traduzione italiana dell’inglese “bullying” e viene definito come un’oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra percepita come più debole (Farrington, 1993). Ogni giorno sentiamo di eventi riconducibili a tali comportamenti resi noti dai principali mezzi di comunicazione e tristemente riferiti a giovani di età sempre inferiore (i bambini di 5 anni rappresentano nel 2016 in 22% dei casi segnalati al Telefono Azzurro).

Ma di cosa si tratta?

E’ un comportamento aggressivo che viene messo in atto volontariamente: il bullo agisce con il preciso obiettivo di dominare l’altro e danneggiarlo. Gli attacchi sono frutto di una pianificazione cognitiva. Vi è presenza di disuguaglianza di forza e potere (fisico o psicologico) tra il bullo e la vittima, imputabile ad alcune componenti: età, forza fisica, sesso, abilità linguistiche, potere relazionale (es. n. amici) e le prevaricazioni sono molteplici e reiterate nel tempo, tanto da fissare in modo statico i ruoli di bullo e vittima. Il bullismo, nel passato, era collegato a degrado economico sociale. Attualmente, il fenomeno è connesso a benessere economico e consumismo, permissivismo/autoritarismo educativo. Il bullo del 2018 insomma prova piacere a umiliare, non comprendendo i sentimenti altrui, non accetta le regole o le figure che rappresentano l’autorità, tendendo ad imporre il proprio punto di vista. Ricorrere spesso alla menzogna è una sua modalità abituale e crede che l’aggressività sia l’unico mezzo per farsi strada.

Certo anche alcuni dei genitori che leggono possono aver incontrato atti di bullismo nel corso del proprio percorso evolutivo. Non possiamo negare che soprusi e imposizioni di forza appartengano ad ogni epoca, ma oggi si tratta del dilagare di un atteggiamento che troppo spesso viene taciuto e che può provocare danni gravissimi alla persona.

Sfatiamo qualche mito: non è vero che subire atti di bullismo nel tempo rende forti, o che alcuni soggetti assumono comportamenti tanto irritanti da legittimare le prepotenze. Non dobbiamo credere che il bullo sia un ragazzo forte proveniente solo da famiglie problematiche o che questo fenomeno si sviluppi solo in contesti estremamente disagiati ed emarginati. I dati dimostrano che più della metà degli adolescenti ha subito atti di bullismo, quasi il 20% dei giovani dichiara di essere vittima più volte ogni mese di offese, parolacce, insulti, derisione per l’aspetto fisico o il modo di parlare. Ben il 63% dichiara di essere stato testimone di comportamenti simili nei confronti di coetanei (ITALIA-2014). I dati del Telefono Azzurro per l’anno 2016 sono ancor più disarmanti: 1 CASO AL GIORNO DI BULLISMO – AL NORD ITALIA sono concentrati il 45% dei casi di bullismo, denunciano queste violazione bambini e famiglie di NAZIONALITA’ prevalentemente ITALIANA , in particolar modo sono le FEMMINE (70%) a subire e la maggior parte dei BULLI SONO MASCHI (60% dei casi).

Per non parlare dei preoccupanti dati che ci vengono dai report sul Cyberbullismo che a causa della sua modalità priva di confini e limiti temporali, approfitta della rete sino a diventare una costante ossessione per le malaugurate vittime.
La scuola e gli organi di Governo hanno ben chiara questa problematiche ed operano azioni sempre più sistemiche per creare una rete in grado di sostenere ogni forma di esigenza. Gli studi dimostrano che intervenire con bambini e ragazzi da riscontro vincente.

Giochi ed attività per accrescere le ABILITA’ EMOTIVE E SOCIALI sono alla base dei processi migliorativi insieme con l’attenzione a ridurre le prevaricazioni e favorire l’EMPATIA. Per interrompere la vittimizzazione si interviene sull’ASSERTIVITA’ e si insegna ai ragazzi ad evitare l’indifferenza ma piuttosto a farsi scudo in gruppo (PROSOCIALITA’) attivando meccanismi di disimpegno morale che possono favorire lo SVILUPPO DELL’AUTOEFFICACIA.

Certo ogni strumento è utile, ma ti è mai capitato di pensare quanto potere la DANZA abbia in tutto questo? Attraverso il coinvolgimento di tutta la persona, corpo, mente ed emozioni, la danza utilizza e trasforma il movimento in una manifestazione individuale, sociale ed artistica:

individuale perché offre la possibilità di esplorare ed esprimere la propria sensibilità emotiva, favorendo l’autostima e l’iniziativa personale, sviluppando un atteggiamento conoscitivo e forme di pensiero creativo;

sociale perché come attività di gruppo stimola la capacità di attenzione e di rispetto nei confronti degli altri e del loro patrimonio culturale, migliorando comunicazione e relazione interpersonale;

artistica perché da sempre stimola ed aiuta l’uomo ad esprimersi attraverso forme e codici estetici che palesano differenti visioni della realtà nei diversi periodi storici e nelle diverse culture: si arriva così a comprendere che non tutto ha risposte univoche e spesso è necessario considerare più prospettive ed andare alla ricerca di soluzioni creative.

Diamo gli strumenti giusti ai nostri figli affinché affinino le competenze necessarie a renderli indipendenti e siano in grado di effettuare una manutenzione efficace in occasione delle circostanze a cui la vita li sottoporrà. Favoriamo la scelta di esperienze formative arricchenti e creative, gestite da insegnanti competenti. Solo così possiamo offrire loro il meglio.

7 Febbraio 2018 – II^ GIORNATA NAZIONALE contro il BULLISMO e IL CYBERBULLISMO A SCUOLA

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